Non solo lettere di richiamo o di licenziamento. Gli assenteisti di Ama, oltre a perdere il posto rischiano di finire indagati per truffa e falso.
E la procura sembra intenzionata a iscrivere nel registro indagati, già dai prossimi giorni, proprio i dipendenti che l’azienda ha già messo alla porta e che sono in cima al dossier che i vertici della municipalizzata depositeranno in settimana a piazzale Clodio. Negli uffici di via Calderon de la Barca, i dipendenti più lavativi sono sotto esame. Degli ottomila dipendenti Ama duemila (quindi 1 su 4, oltre ogni media nazionale) usufruiscono della legge 104, vale a dire del permesso (pagato) di tre giorni al mese per assistere un parente disabile. Bisogna capire se tra di loro vi sia chi abusa di questo diritto. Colpisce anche il fenomeno delle assenze brevi, in coincidenza con il venerdì e il sabato. Tutto ovviamente alle spese delle già dilaniate casse di Ama.
IN PROCURA
Il caso assenteisti ha già messo in allerta la Procura, informata direttamente nei giorni scorsi, prima dal presidente di Ama Daniele Fortini e poi dallo stesso sindaco Ignazio Marino, che uno dopo l’altro, hanno chiesto e ottenuto un appuntamento con il procuratore capo, Giuseppe Pignatone.
RIGORE
Prima l’azienda e poi la Procura scoprano eventuali false giustificazioni per gli assenteisti, il manager Fortini ha adottato la procedura più veloce, quella di licenziare i dipendenti che hanno accumulato il maggior numero di assenze ingiustificate. L’altro giorno è toccato a un operaio di 40 anni, che aveva inanellato un numero record di assenze. «Le assenze in questo caso - hanno spiegato in azienda - infatti non venivano coperte con certificati medici sospetti o col ricorso massiccio dei permessi della 104. Il lavoratore lasciava direttamente scoperto il turno».
È il settimo licenziamento dall’inizio dell’anno. La linea del rigore pare comunque stia dando i primi segnali di inversione di trend. Le assenze stanno calando. Dal 16 al 15 per cento. All’inizio di gennaio erano assestate sui diciannove. Non saltava mai il turno invece un altro operaio licenziato. Si appartava col camion carico di rifiuti per svuotare il serbatoio: così rivendeva sotto-banco e sotto-costo il gasolio di Ama a un complice.