Più uomini in strada e orario esteso: il piano di Ama per l'emergenza rifiuti

Più uomini in strada e orario esteso: il piano di Ama per l'emergenza rifiuti
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 3 Agosto 2015, 05:24 - Ultimo aggiornamento: 08:44
Meno personale sui mezzi, perché in molti casi, come succede in altre città, ad esempio due operatori sul mezzo che svuota i cassonetti non servono, uno è sufficiente. Stop ai tempi morti e orario più razionale: se c'è da andare a Rocca Cencia a scaricare i camion per il viaggio può bastare un dipendente, l'altro può restare in strada e lavorare. Più in generale: si recupera una produttività del 10 per cento.



E' questo, in sintesi, il piano che mercoledì il presidente dell'Ama, Daniele Fortini, e il direttore generale, Alessandro Filippi, presenterà ai sindacati. Ma il riassunto può essere anche più brutale: chiederanno agli operatori dell'azienda nell'occhio del ciclone perché la città è ancora troppo sporca, di lavorare di più. Presentata così non sembra una proposta che farà fare salti di gioia. Però sul piatto verrà messo anche un altro tema: premi ai dipendenti che daranno risultati. All'Ama, ma probabilmente in tante municipalizzate e non solo a Roma, in passato i benefit economici - tesi sempre del vertice dell'azienda - venivano distribuiti a pioggia, senza distinguere tra chi si meritava di ricevere un premio e chi invece non aveva fatto nulla per riceverlo. D'ora in poi verranno schierati per strada degli ispettori che valuteranno l'operato dei dipendenti.



LA RICETTA

Andiamo per ordine e partiamo dalla ridistribuzione delle forze. E partiamo da alcuni esempi concreti: sui camion che raccolgono i rifiuti (per intenderci, che svuotano i cassonetti) ci sono due operatori (l'autista e l'assistente). L'idea dell'azienda è che in alcune strade poco complicate (non in tutte) uno può bastare. In altre città questa formula è già stata usata: certo, Roma è molto più complessa, con problemi maggiori legati al traffico e allo sviluppo urbanistico, ma la convinzione dei vertici di Ama è che in alcune zone si può fare. Secondo esempio: su alcune tipologie di spazzatrici che puliscono le strade si può ridurre il numero degli operatori. Infine: su alcuni compattatori lavorano in tre, ma non è necessario poi che tutti vadano all'impianto Tmb per scaricare il materiale, uno può restare per strada a spazzare o a svolgere altre compiti. Raccontata così sembra una cura da cavallo, che potrebbe causare non pochi malumori tra i dipendenti. Ma in cambio l'azienda promette una serie di cose, a partire dalla premialità economiche per chi assicurerà una maggiore impegno. Una delle proiezioni che fanno ad Ama riguarda, ad esempio, i 1.100 addetti allo spazzamento: con questo piano se ne recuperano (come ore effettive) 100. Nel conto vanno poi aggiunti i "300 spazzini di quartiere" che scenderanno in strada da settembre.



BRACCIO DI FERRO

Ma nella trattativa, c'è anche il nodo dei 240 operatori che Fortini e Filippi vogliono spostare sulla differenziata, in particolare nei tre municipi (V, VII e XV) che devono partire con il nuovo sistema entro la fine dell'anno. La tesi dei sindacati, ribadita più volte, è che quelle forze non ci sono, che è meglio rallentare. La soluzione di compromesso potrebbe essere quella di spalmare tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 l'operazione.



Resta, infine, il nodo dell'efficienza dei mezzi, in particolare sui troppi compattatori e spazzatrici che non di rado restano fermi ai box per la cattiva manutenzione. In questo caso però l'azienda assicura che miglioramenti sono stati ottenuti e che la media dei mezzi che operativi è attorno al 65 per cento, con punte in positivo per quelli che vengono comunemente chiamati «squaletti» (70 per cento) e negativi per i compattatori (60). Il nodo vero è che ora Ama non può sbagliare: settembre si avvicina e se non si dimostra che la pulizia della città può migliorare il sindaco - come ha già detto - è pronto a prendere provvedimenti, a partire dal coinvolgimento dei privati.