Roma, carezze e avances negli spogliatoi: condannato pedofilo nel centro sportivo della Caffarella

Roma, carezze e avances negli spogliatoi: condannato pedofilo nel centro sportivo della Caffarella
di Adelaide Pierucci
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 17:53
L'orco era lì, in campo e negli spogliatoi, quasi come il mister, che aiutava come accompagnatore tuttofare di una squadra giovanile di calcio. Un uomo gentile che si prestava a seguire alcuni baby calciatori, se capitava, pure a casa dando loro un passaggio in macchina. Con un quattordicenne scendeva pure in cantina. E' così, tra i tiri in porta, le casse di acqua da portare in campo e le chiacchiere fuori dal campo, che un collaboratore di una polisportiva non lontano dal parco della Caffarella, aveva cercato di approfittare sessualmente di alcuni adolescenti, in particolare di un quattordicenne e di un quindicenne.

Ieri la condanna. Adolfo A., 52 anni, di professione fattorino, è stato condannato dal gip di Roma, con lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato, a cinque anni e otto mesi di carcere. Ma è improbabile che a stretto giro, l'accompagnatore - già conosciuto in zona e da tempo immemore per altre ”avances” - che rispondeva del reato di violenza sessuale aggravata su due minori, torni in carcere. E' da tempo libero con il solo obbligo di dimora. Lo avevano smascherato delle telecamere installate negli spogliatoi del centro sportivo.

«Solo momenti di debolezza», aveva ammesso in un interrogatorio, assistito dal suo legale, l'avvocato Antonio Di Cicco, «al massimo cercavo complicità. Mai usata la violenza». Semplicemente approfittava del suo ruolo. A cinquant'anni e single il molestatore, spronava tutti i ragazzi in campo, ma cercava di entrare in confidenza soprattutto con chi aveva storie difficili alle spalle. Come un marocchino di 14 anni, ospite di una casa famiglia col sogno di diventare Falcao. Il giovane all'improvviso era sembrato sempre più svogliato verso le lezioni di calcio e soprattutto sempre meno solare nelle attività. Finché non si era sfogato: «Adolfo è entrato negli spogliatoi mentre facevo la doccia, si è avvicinato, e man mano ha cominciato a toccarmi pretendendo anche approcci più intimi, che, terrorizzato, ho respinto».



L'ALLARME

E' il febbraio 2014. Nella casa famiglia scatta l'allarme. Il fascicolo viene affidato al pm Frascesco Scavo che disporrà subito l'installazione di telecamere negli spogliatoi e nelle docce. Si scopre così che quell'uomo basso e tarchiato negli spogliatoi ci va per spiare e persino per consumare rapporti con un allievo di quindici anni. Gli incontri hanno cadenza settimanale. Una «storia» cominciata due anni prima. E' così che scatta la seconda contestazione, quella di atti sessuali con minorenne. Gli inquirenti nell'ordine di cattura eseguito dalla Mobile lo avevano dipinto così: «Si tratta di un soggetto pericoloso socialmente, che reitera le proprie azioni, senza mai desistere dai propri comportamenti, ormai divenuti abituali e non manifesta alcun ravvedimento né pentimento, incurante delle proprie condotte. Chiara la spregiudicatezza e l'elevata capacità manipolatoria dell'adulto, che ha potuto compiere indisturbato le sue azioni». Ieri camminava a piazzale Clodio in jeans e a testa bassa. Davanti al giudice si era mostrato pentito. «Chiedo perdono ai ragazzi e alle loro famiglie», ha detto alzandosi in piedi.