Marchini seduce Forza Italia: «Insieme per battere Marino»

Marchini seduce Forza Italia: «Insieme per battere Marino»
di Simone Canettieri
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Domenica 29 Marzo 2015, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 13:17

Incassa applausi, tanti, pacche sulle spalle, un'intervista un po' soffocante con Le Iene e alla fine, prima di andarsene, una militante di Forza Italia gli sussurra in un orecchio: «Sei il sindaco ideale». Il sabato di Alfio Marchini nel villaggio di Forza Italia è «l'inizio di un percorso da fare insieme, ma con nuove logiche, fuori dalle vecchie alleanze dei partiti», dice in maniera liftata il leader della lista civica con il cuore. Siamo agli abboccamenti, certo, ma il primo appuntamento, quello conta, è andato liscio. Si parla molto per metafore («ponti per il futuro», «nuove strade») come vogliono le regole del romanticismo politico.
Antonio Tajani, europarlamentare e leader degli azzurri nella Capitale, ragiona: «Lavoriamo a un'alleanza con Alfio, che è un moderato come noi, per riprendere il Campidoglio e non rifare gli errori del passato». Succede tutto all'hotel Ergife, dove è in corso la convention di Forza Italia che oggi si chiuderà con il sigillo di Silvio Berlusconi. In questo sabato si parla di Europa e città metropolitane: ci sono il simpatico segretario del Ppe Antonio Lopez Isturiz («Cristoforo Colombo era socialista: non sapeva dove andava e si faceva pagare tutto dagli altri») e il sindaco di Madrid Ana Maria Botella Serrano. Ma il vero ospite è Marchini. Che fa sognare la platea azzurra, senza voli pindarici: «Niente fesserie: non sono il delfino di Berlusconi. Berlusconi ha solo un successore: se stesso». Arfio, come lo chiama Maurizio Gasparri, debutta così: «Non attaccherò il sindaco: Marino è già il passato. Quando la città è in difficoltà non c'è mai».

L'AFFONDO
Poi entra a gamba tesa sulle inchieste di questi giorni in Comune e Regione: «Troppo doppiopesismo: se avessero toccato il centrodestra adesso sarebbe partita la criminalizzazione». Miele per Forza Italia che sogna un «modello Madrid», e intanto Marchini come un torero infilza Marino di continuo. Ma Matteo Renzi, no. «Mi sta simpatico, il Governo deve andare avanti per sfruttare la ripresa, ma non può continuare a proteggere chi per incapacità manifesta blocca Roma». Il manifesto politico del leader civico suona come un tamburo: lavoro, benessere, basta campi rom e sicurezza. «Vedo che il sindaco di Madrid ha un orologio d'oro, qui non potrebbe portarlo perché le taglierebbero il braccio». Marchini, come il Pippo Inzaghi di una volta, gioca sulla linea del fuorigioco attento a non farsi imbrigliare dai «vecchi partiti che hanno fatto errori, stesso discorso anche per Forza Italia». L'imprenditore è il corteggiato della situazione e quindi può permettersi di tutto. Apre agli azzurri ma allo stesso tempo rivolge appelli a Renzi. Chiude quindici minuti d'intervento salutato da molti applausi. Un'incoronazione? Lui sdrammatizza e se ne va. Ma non sa che Lucci delle Iene è pronto a inseguirlo fino alla toilette: «Arfio - gli fa l'inviato - ma chi te lo fa fare di scendere in politica?». «Roma, ovvio. I sondaggi? L'ultimo mi dà al 25 per cento, è della Ghisleri». La sondaggista di fiducia di Berlusconi.