Cosa stavi facendo?
Assolutamente niente. Erano da poco passate le tre di notte di venerdì scorso e io ero in compagnia di un ragazzo con il quale mi sto frequentando da qualche tempo su Ponte Garibaldi. Ci stavamo solo baciando. A un certo punto, ci è passato accanto un gruppo di persone, turisti e italiani.
Vi hanno detto qualcosa?
Due di loro ci hanno insultato, in inglese. Hanno urlato contro di noi, in maniera molto violenta. Poi sono andati via e la cosa sembrava fosse finita lì.
E invece?
Rimaniamo fermi al nostro posto, quando uno dei due stranieri, probabilmente russi - almeno a giudicare dai lineamenti e dall'accento - torna indietro, ci raggiunge e inizia a picchiarci.
E non dice nulla?
Continuava a urlare, in inglese. Mi ha colpito in pieno volto, così come ha fatto con il mio amico. Due del gruppo cercavano di tenerlo, bloccandolo, e ci dicevano di andare via, in italiano.
Voi non avete reagito?
No, ma appena si è allontanato abbiamo chiamato con il cellulare il 113 e il 118. Eravamo feriti. Peccato che l'aggressione non fosse terminata. Il tizio, infatti, ha deciso di tornare indietro. E così, mentre aspettavamo l'arrivo della polizia, ha ripreso a picchiarci. Era un bestione che ci aveva preso di punta.
Qualcuno si è fermato per soccorrervi o offrirvi aiuto?
Assolutamente no.
Cosa ti ha colpito di più di questa aggressione?
La violenza gratuita e immotivata, sia a livello verbale che fisico. Sembrava che avessimo fatto qualcosa di sbagliato. Ci urlavano di andare via, ma noi non avevamo nessun motivo per farlo. Non stavamo facendo nulla di male.
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