Acqua, controlli sugli allevamenti
Paura per mozzarelle e latte contaminati

Acqua, controlli sugli allevamenti Paura per mozzarelle e latte contaminati
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 9 Marzo 2014, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 12:08
Anche il latte di migliaia di mucche allevate a Roma Nord potrebbe avere una concentrazione di arsenico fuori legge. Lo stesso latte che, attraverso aziende e caseifici, arriva sulle tavole dei romani, imbottigliato o sotto forma di mozzarelle, ricotte e latticini vari. Per questo la Asl Roma E ha deciso di vederci chiaro e giovedì scorso ha avviato controlli a tappeto, mandando i propri ispettori a campionare il prodotto delle mucche di Tragliatella e degli altri quartieri che fino alla settimana scorsa si sono serviti dell'acqua fuori norma distribuita dall'acquedotto regionale dell'Arsial, il carrozzone pubblico della Regione Lazio, sfruttato come un bancomat della politica. Acqua all'arsenico che questi animali hanno bevuto per anni. I risultati degli esami sono attesi per la prossima settimana, nel frattempo tra gli allevatori regna il terrore: «Se per il nostro latte venissero confermati valori fuori legge, per noi sarebbe un danno commerciale enorme». E il danno, se le analisi accertassero la presenza di sostanze tossiche, sarebbe anche per tutti i consumatori che finora si sono nutriti con i prodotti derivati da questo latte.



NELLE AZIENDE

«Lei la berrebbe quest'acqua qui?», chiede un allevatore di Tragliatella. «Le vacche di tutta la zona la bevono da sempre. L'hanno bevuta fino al 3 marzo quando l'amministrazione ha chiuso i rubinetti». Aggiunge il titolare di un'altra impresa di allevamento: «Siamo tutti preoccupati. Giovedì in molte aziende della zona sono arrivati gli ispettori della Asl e hanno campionato il nostro latte. Aspettiamo i risultati fiduciosi, ma un po' di ansia c'è: noi campiamo con questo latte, che vendiamo a ditte specializzate che lo trasformano in mozzarelle e latticini. Per noi sarebbe un disastro economico se fosse inquinato». Non solo dall'arsenico. Secondo alcuni residenti della zona durante i lavori per l'allaccio all'acquedotto realizzati in passato è emerso che le condotte sarebbero fatte in amianto, il famigerato materiale cancerogeno vietato dalla legge. «E' del tutto evidente che il ciclo agroalimentare del nostro territorio ha corso dei rischi di cui qualcuno dovrà pur rispondere», attacca Riccardo Corsetto del comitato "DifendiAmo Roma", che insieme al consigliere regionale Fabrizio Santori ha promosso un esposto alla magistratura sull'emergenza arsenico.

«Non siamo stati noi a scegliere l'acquedotto Arsial - rivela un allevatore di Malborghetto - Alcuni decenni fa siamo stati costretti ad allacciarci altrimenti non ci avrebbero rilasciato le licenze utili per aprire l'attività e produrre il latte. È stata una scelta obbligata. Ma all'epoca ci dissero che l'acqua era potabile. E’ chiaro che, per questo motivo, oggi anche noi ci sentiamo di essere stati truffati».



GLI ESAMI

I campionamenti del latte effettuati dalla Asl verranno ora elaborati dai laboratori dell'Arpa Lazio e dall'Istituto Zoo-profilattico sperimentale. «I risultati sono attesi per la prossima settimana - spiega Daniele Gamberale, direttore del dipartimento di Prevenzione dell' - Già martedì è prevista una riunione del pool dei veterinari per fare il punto della situazione». L'obiettivo dei test è capire se, come per l'acqua, anche all'interno del latte possa essere rilevata una presenza di arsenico superiore ai livelli di legge. «Ma le analisi - aggiungono dalla Asl - verificheranno anche l'eventuale presenza di altre sostanze potenzialmente nocive». Nei prossimi giorni intanto sono in arrivo nuovi controlli a tappeto. «Faremo nuove verifiche in altre aziende», conclude Gamberale.
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