Acqua regionale all'arsenico, giallo sulle analisi

Acqua regionale all'arsenico, giallo sulle analisi
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 23 Marzo 2014, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 08:08
A un mese dall’ordinanza che ha bloccato il consumo dell’acqua regionale in alcuni quartieri di Roma Nord, ancora non si conoscono i risultati delle analisi che hanno spinto il sindaco a firmare il divieto.

Un "giallo" sul quale i residenti dei quartieri colpiti dall’emergenza arsenico vogliono vedere chiaro. Per questo hanno deciso di lanciare un appello alla Regione e all'Arsial, il carrozzone pubblico che fa capo all'ente guidato da Zingaretti che gestisce gli acquedotti incriminati. «Scriveremo una lettera alla Regione – annunciano i comitati di zona – e chiederemo che tutte le analisi realizzate dalla Asl vengano rese pubbliche su internet» perché «è assurdo che nessuno sappia ancora quali siano gli esatti valori di arsenico presenti nell’acqua. Non sappiamo quanto questa sostanza cancerogena abbia sforato i limiti consentiti dalla legge e di conseguenza quanto possa essere stata pericolosa per la nostra salute».



LA RABBIA

«Il problema dell'acqua nella nostra zona non è stato ancora chiarito in via definitiva», lamentano dal Comitato di quartiere di Pian Saccoccia, una delle zone rimaste senza acqua potabile dal primo marzo. «Le domande a cui l'amministrazione e le altre autorità competenti devono dare una chiara risposta sono tante», aggiungono. A partire da una questione divenuta ormai centrale: «Quali sono i risultati effettivi delle analisi della Asl?». I residenti chiedono di sapere «l’indicazione precisa dei valori eccedenti quelli ammissibili per legge». I cittadini vogliono risposte. Sia dal Campidoglio che dalla Pisana: «Qual è stata l'effettiva causa della contaminazione dell'acqua? – chiedono sempre dal comitato di quartiere – Le tubature in disfacimento e prive di manutenzione oppure le falde acquifere inquinate visto che l'Arsial pompava l'acqua dai pozzi situati nella zona?».



RESPONSABILITÀ

E ancora: «Di chi sono le responsabilità sull'incredibile ritardo col quale l'amministrazione è intervenuta rispetto alle date in cui la Asl ha comunicato i risultati della analisi? Quali provvedimenti effettivi sono stati presi per risolvere il problema e per evitare che centinaia di persone vivano uno stato di disagio e rischio per la propria salute?». Perplessità che si tradurranno in una lettera da inviare alla giunta regionale e all'Arsial. «Scriveremo alla Regione», annuncia Riccardo Corsetto, rappresentante del comitato di zona “DifendiAmo Roma”. «È assurdo che nessuno sappia ancora quali siano gli esatti valori di arsenico nell’acqua. Sappiamo solo che sono illegali, fuori dai parametri nazionali ed europei. Ma non sappiamo di quanto questa sostanza cancerogena abbia sforato i limiti consentiti». «Tutti i risultati vengano pubblicati online, c'è bisogno di trasparenza», chiedono dal Comitato per l'acqua potabile. «Abbiamo il diritto di sapere, dopo avere pagato le bollette per tanti anni», aggiunge Achille Giachetti, residente a Santa Maria Galeria.



LA ASL

Il dipartimento Lavori Pubblici del Comune intanto ha chiesto ufficialmente alla Asl Roma C di realizzare nuovi controlli. Il provvedimento è stato emesso mercoledì, perché tutte le verifiche vengano completate però bisognerà attendere qualche settimana. L’obiettivo dei nuovi accertamenti è capire se, dopo le operazioni di clorificazione degli ultimi giorni, almeno la forte contaminazione batterica riscontrata dalla Asl sia stata eliminata. A quel punto l’acqua potrebbe essere utilizzata dai cittadini almeno per lavarsi.
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