Vigili assenteisti a Roma, altri 60 indagati per truffa

Vigili assenteisti a Roma, altri 60 indagati per truffa
di Michela Allegri
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Martedì 8 Settembre 2015, 06:01 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 11:38
Altri sessanta vigili indagati per truffa. L'inchiesta della Procura di Roma sull'assenteismo record del corpo di polizia Municipale che, nella notte di Capodanno, ha lasciato le strade della Capitale sguarnite di personale, prosegue a ritmo serrato. Dopo la conclusione degli accertamenti a carico di decine di medici compiacenti, sospettati di aver redatto certificati fasulli per consentire ai "pizzardoni" di ottenere una giustificazione per saltare la serata di lavoro, ora è scattato il turno dei caschi bianchi. La polizia giudiziaria, su delega dei pm Nicola Maiorano e Stefano Fava, in questi giorni sta bussando alle porte degli agenti "infedeli", invitandoli ad eleggere domicilio e a nominare un difensore di fiducia. Il prossimo passo degli inquirenti sarà interrogare i vigili.



LA SVOLTA

La svolta nell'inchiesta è arrivata mesi fa, quando i dottori autori di più di 600 referti considerati "ambigui", sono stati interrogati dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di piazzale Clodio. Sessanta medici hanno ammesso di aver compilato i documenti senza aver visitato i pazienti, in alcuni casi effettuando le diagnosi per telefono.



Dopo la confessione, il loro nome è stato iscritto sul registro degli indagati per falso. In caso di condanna, potrebbero essere radiati dall'albo, come previsto dalla legge Brunetta. Nei confronti di altri 38 sanitari, invece, gli inquirenti procedono per accesso abusivo al sistema informatico, sostituzione di persona e violazione della legge sulla privacy: 19 dottori avrebbero infatti utilizzato le credenziali telematiche di alcuni colleghi che erano in ferie, e che stavano sostituendo, ottenendo abusivamente dai medici titolari le password per collegarsi al database del loro ambulatorio.



I "pizzardoni" che avrebbero sfruttato i documenti "taroccati", in modo da crearsi un alibi per l'assenza ingiustificata proprio a cavallo della notte di San Silvestro, sono invece accusati di truffa. Utilizzando un documento falsato avrebbero ottenuto un ingiusto vantaggio: pur avendo trascorso il Capodanno con amici e parenti, invece di pattugliare le strade, avrebbero percepito un regolare stipendio. Indagini concluse, inoltre, per 17 agenti accusati di interruzione di pubblico servizio e rifiuto di obbedire ad una richiesta avanzata dall'autorità competente: nonostante avessero dato la propria disponibilità a lavorare tra il 31 dicembre e l'1 gennaio, una volta chiamati in servizio si sarebbero resi irreperibili. Nei loro confronti, i magistrati hanno formulato un decreto penale di condanna in cui chiedono che la pena prevista per i reati, conteggiata in 16 giorni di carcere, venga sostituita dal pagamento di 4 mila euro di multa.



IL REFERTO

Non è tutto: un casco bianco, che è ad un passo dal banco degli imputati per falso e truffa, pur di trascorrere il veglione in famiglia avrebbe depositato presso il gruppo di appartenenza un referto, fasullo, di avvenuta donazione del sangue, compilato di suo pugno. Il vigile si sarebbe effettivamente presentato in un centro di prelievo, ma sarebbe stato respinto perché era affetto da una patologia cardiaca incompatibile con la donazione.



Per beffare i superiori, però, il casco bianco avrebbe riempito a penna un modulo che attestava falsamente l'avvenuto prelievo e conteggiava i relativi giorni di prognosi. Un altro agente avrebbe simulato la visita medica di un parente: si sarebbe fatto fare da un dottore compiacente un attestato retrodatato che, grazie alla legge 104, relativa all'assistenza ad un familiare disabile, lo avrebbe esonerato dal lavoro con la scusa di dover accompagnare in ambulatorio il congiunto. Sotto accusa, per tentata interruzione di pubblico servizio, anche tre "pizzardoni" che avrebbero spinto i colleghi a boicottare il turno, veicolando attraverso i social network uno sciopero bianco non autorizzato per forzare la trattativa in corso con l'amministrazione sul salario accessorio e sulla riforma del corpo.