Ultimatum del Pd a Marino: «Cambi o lasci». Il Nazareno: «Si riparta con una nuova squadra»

Ultimatum del Pd a Marino: «Cambi o lasci». Il Nazareno: «Si riparta con una nuova squadra»
di Simone Canettieri
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Sabato 15 Novembre 2014, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 16:01
E' crisi in Campidoglio. «Il cambio dell'agenda politica», invocato in apertura di direzione dai vertici del Pd, diventa, intervento dopo intervento, una slavina. Che inizia con la richiesta di «azzeramento della giunta» e finisce con la placida ammissione tra virgolette - e non più nella letteratura del retroscena giornalistico - «che se non basta si andrà al voto».

Il venerdì di passione di Ignazio Marino passa anche dal Nazareno, dove il suo partito, il Pd, lo processa. Senza attenuanti generiche: a fine direzione si conterà un unico intervento «pro-Ignazio» (da parte del deputato Miccoli). Un assalto frontale, quello dei democrat romani. I quali per la prima volta riescono a compattare i cocci delle mille correnti dietro la bandiera del “se non ora quando?”. «Perché la città è sotto assedio», scandisce il presidente dell'Aula Mirko Coratti, uno dei tanti a chiedere il reset «di tutte le postazioni di giunta» e di ripartire - attenzione a come segue Coratti - «se siamo in grado». Altrimenti, come aggiunge una scatenata Michela Di Biase, in Franceschini, «il voto non è una tragedia, non ci sto a tirare a campare». E appena la neo moglie del ministro della Cultura dice così, in sala subito scatta la battuta: «Marino è stato già sfiduciato dal Governo». Da scherzare c'è poco, perché come spiegano dal Nazareno, nel senso del partito nazionale, «nella testa di Renzi inizia a esserci il tarlo del voto anticipato, a marzo». Ma prima ci potrebbe essere l'ultima possibilità: «l'azzeramento della squadra».



I molti, troppi esegeti del pensiero renziano dicono anche la settimana prossima, quando il premier sarà ritornato dal G20, ci sarà un incontro con il sindaco. «Che deve pagare le multe», hanno ribadito dai vertici del Pd. E non a caso gli sfottò sulla Panda rossa di Marino sono stati un pezzo forte della direzione nelle pause sigaretta. L'area Noidem (Gasbarra-Bonaccorsi-Marroni) attraverso i vari interventi di consiglieri comunali e regionali (da Pedetti a Ciarla) detta anche la road map di questa crisi al buio: pagare le multe e chiedere scusa, cambiare tutti gli assessori e poi stanziare subito risorse straordinarie per il sociale e per le varie Tor Sapienza di Roma. Altrimenti? «Non gli votiamo il bilancio», ragionano con coltello e calcolatrice tra i denti nel correntone democrat. «Insomma o si cambia tutto o non ce la faremo», apre le braccia Luciano Nobili, vicesegretario e turborenziano. «Dal sindaco in confusione», come lo ha chiamato perfido l'ex capogruppo D'Ausilio, per il momento vige la linea del «no comment». E intanto in questa fase il Pd non ha un capogruppo.