Testamento biologico, la proposta di Marino: «Istituire a Roma un registro»

Il sindaco di Roma Ignazio Marino
2 Minuti di Lettura
Domenica 6 Aprile 2014, 18:42 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 15:31
Anche a Roma, come in diverse altre citt italiane, potrebbe nascere un registro dei testamenti biologici per raccogliere le volont sul fine vita. È questa infatti l'intenzione del sindaco Ignazio Marino esplicitata in una lettera agli organizzatori di un'assemblea cittadina sul tema: «In attesa che il Parlamento riempia questo vuoto - scrive - Roma vuole fare la sua parte. Mi impegno a sottoporre la vostra proposta all'Assemblea capitolina».



Dopo l'avvio dell'iter per l'istituzione del registro delle unioni civili - la delibera attende di essere discussa dal Consiglio comunale - il chirurgo dem lancia un'altra sfida sul fronte dell'etica e dei diritti. Il registro sul biotestamento raccoglierebbe e attesterebbe le volontà di acconsentire o meno a determinate cure nell' eventualità in cui ci si trovasse incapaci poi ad esprimere il proprio volere, colpiti ad esempio da malattie o lesioni traumatiche irreversibili o invalidanti.



«I registri dei testamenti biologici ci sono già in circa 200 città italiane - spiega il radicale della Lista Civica Marino, Riccardo Magi -. Abbiamo già un ottimo testo di delibera. Si tratta di quella depositata in Campidoglio nel 2009 da Mina Welby, Beppino Englaro, Carlo Lizzani, Emma Bonino e Marco Pannella, su quel testo come Associazione Coscioni e Radicali italiani raccogliemmo oltre 8 mila firme di romani. L'obiettivo è portarla presto in Aula capitolina ma non sarà per niente facile».



Marino aveva parlato già nella sua campagna elettorale di testamenti biologici e unioni civili. Quest'ultimo registro, dopo l'ok delle commissioni, attende ancora di essere discusso dall'Assemblea capitolina. «Quella del testamento biologico resta una problematica di grande attualità - premette il primo cittadino -. La sua approvazione in Parlamento rappresenterebbe un passo avanti molto rilevante per il nostro Paese. In attesa Roma vuole fare la sua parte e consentire ai suoi cittadini di depositare presso tutti gli uffici decentrati le proprie volontà».



Nell'VIII municipio, ad esempio, un registro del genere c'è già da alcuni anni. Diverse le posizioni a riguardo nella maggioranza in Campidoglio: «Io sono d'accordo con l'iniziativa in quanto pungolo al legislatore nazionale - commenta il capogruppo del Pd Francesco D'Ausilio -, tuttavia temo che le implicazioni dei registri dei testamenti biologici locali non abbiano fondamento giuridico. Serve una legge nazionale».



Di diverso parere Magi: «Non c'è bisogno di legge nazionale per regolare la materia. La stessa cosa che si può fare oggi andando dal notaio, lo fa il Comune». «Marino si conferma il sindaco più astratto della storia di Roma - dice invece dall'opposizione l'ex assessore alla Famiglia nella giunta Alemanno Gianluigi De Palo -: entra in un argomento di competenza nazionale buttando fumo negli occhi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA