Campidoglio, seconde case: ecco la stangata ma la Tasi è ancora un rebus

Campidoglio, seconde case: ecco la stangata ma la Tasi è ancora un rebus
di Michele Di Branco
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Venerdì 14 Febbraio 2014, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:24
Finir probabilmente sulle seconde case il peso maggiore di quell’aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille che il governo ha concesso al Comune di Roma (e agli altri comuni italiani ) per finanziare sgravi fiscali più robusti in favore delle famiglie a reddito medio-basso. Sembra questo l’orientamento del Campidoglio alle prese con la non facile composizione del rebus Tasi. La neonata tassa sui servizi indivisibili ha un aliquota base del 2,5 per mille sull’abitazione principale e del 10,6 sulla seconda. E in questi giorni i tecnici dell’amministrazione stanno cercando di capire quale sia la soluzione migliore per distribuire il carico sui proprietari. Quel margine aggiuntivo dello 0,8 per mille deve essere inteso come complessivo e dunque va spalmato su due pezzi. L’ipotesi più accreditata al momento è che uno 0,3 per mille vada ad aggiungersi all’aliquota base che colpisce le prime case portando l’aliquota finale al 2,8 per mille. Mentre il restante 0,5 per mille dovrebbe essere applicato sulle seconde abitazioni con il risultato di condurre l’aliquota finale all’11,1 per mille. Sulle seconde case, l’esborso Tasi dovrà ovviamente tenere conto del fatto che si continuerà, anche nel 2014, a versare ancora l’Imu. E del fatto che la somma dei due tributi non può comunque superare quanto si pagava con il vecchio regime.



DETRAZIONI

Sia per la prima che per la seconda casa c’è da tenere presente che i proprietari potranno godere di una detrazione fissa. Esattamente con lo stesso principio già in vigore per l’Imu sulla quale c’è una detrazione di 200 euro per ciascun immobile e di 50 per ogni figlio a carico. L’ipotesi più accreditata, al momento, è che sulla Tasi, a Roma, verrà applicata una detrazione fissa di 75 euro che alleggerirà il carico finale della tassa. Alcuni esempi sulle prime case possono dare un’idea di quello che aspetta i proprietari della Capitale chiamati alla cassa per giugno.



CENTRO STORICO

Uno dei casi più significativi riguarda il centro storico di Roma. Nel quale, secondo i dati resi noti di recente dall’Agenzia del Territorio, la rendita catastale media vale 1.123 euro. Ebbene, con un’aliquota del 2,8 per mille per questa tipologia di immobile, in tarda primavera, si dovrà sborsare una Tasi di 443 euro. E il conto salirebbe fino a quota 1.981 (cifra dalla quale va sottratto l’importo Imu ) nel caso di seconda abitazione. Sull’Appia, gli uomini del fisco indicano invece una rendita media di 823 euro. In questo caso, la Tasi dovuta sarebbe di 305 euro. A San Saba un’immobile accatastato A/2 di 4 vani e di 80 mq con una rendita catastale di 1.200 euro verserà 479 euro. Mentre in Via Mameli (Trastevere ) un appartamento di 120 mq con una rendita catastale di 1.800 pagherà 756 euro. Dalle parti di S.Pietro (Piazza Rovere ), un appartamento accatastato A/2 di 5 vani e 110 mq con una rendita di 1.600 euro vorrà dire una Tasi di 664 euro. Ancora più a nord, verso la Trionfale, un immobile accatastato A/4 di 40 mq e una rendita catastale di 500 euro comporterà un esborso di 156 euro. Ad aggravare il conto finale, per molti romani, c’è anche l’operazione dell’Agenzia delle Entrate che a fine 2013 ha riclassificato, adeguandoli ai reali valori di mercato, 175 mila immobili di 14 micro zone dal centro storico ai Parioli, da Trastevere alle ville dell'Appia. Il risultato è un aumento da 123 milioni di euro per le rendite catastali nelle aree di pregio di Roma. Considerando che in media ciascun immobile riconosciuto di maggior valore ha subito un aumento delle rendita catastale di 702 euro, l’aggravio Tasi pro capite sarà di 250 euro.
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