Si chiude summit dei Nobel per la Pace. Dalai Lama non incontra il Papa: «A volte io sono fonte di guai»

Si chiude summit dei Nobel per la Pace. Dalai Lama non incontra il Papa: «A volte io sono fonte di guai»
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Domenica 14 Dicembre 2014, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 13:01

In un'Aula Giulio Cesare piena si tengono i lavori dell'ultima giornata del quattordicesimo summit dei Nobel per la Pace "Peace. Living it! In honour of Nelson Mandela". Nell'Aula, solitamente adibita alle riunioni della assemblea capitolina, si sono susseguiti gli interventi dei Nobel presenti. Per l'occasione, l'accesso in Campidoglio è regolato da appositi pass.

La pace può arrivare solo dalla «comprensione reciproca» e dall'assunzione di ognuno «della responsabilità morale di costruire un mondo felice».

Così il Dalai Lama ha chiuso il Summit. Concetti cari al leader spirituale del Buddhismo che li ha voluti ribadire oggi nella capitale. «Usate la vostra professione per fornire un contributo alla pace e al futuro dell'umanità», è stato l'appello del Dalai Lama. «Bisogna sviluppare un senso di responsabilità universale, ogni giorno, per 24 ore al giorno, senza troppe aspettative», ha insistito la guida spirituale sottolineando come tutti dobbiamo lavorare» non pensando al bene per «la nostra vita» ma al futuro dell'umanità».

Quando, durante la conferenza stampa conclusiva del summit, gli è stata posta una domanda sul mancato incontro con Papa Francesco, il Dalai Lama ha risposto: «Io incontro tante persone, sono positivo e gioviale ma per qualcuno posso essere fonte di guai. È comprensibile, non c'è problema, mi è capitato tante volte».

Poi, parlando delle proteste degli studenti di Hong Kong, ha detto: «Gli studenti ad Hong Kong vogliono veramente una società aperta e pienamente democratica. Un obiettivo totalmente condivisibile. Anche se dal 2011 mi sono ritirato da ogni responsabilità politica, anche io ho combattuto per la libertà del Tibet», ha aggiunto la guida spirituale del buddismo sottolineando che «il mondo è dell'umanità e i leader politici devono essere responsabili nei confronti del loro popolo».

Bertolucci premiato con il Peace Summit Award. «È con immensa gratitudine che ho l'onore di ricevere questo premio. Quando mi è stato riferito non troppe ore fa mi sono domandato perchè, poi ho letto le motivazioni che riguardano la mia cinematografia, i sogni, la memoria». Lo ha detto il regista Bernardo Bertolucci, che oggi al Campidoglio ha ricevuto il Peace Summit Award 2014 alla presenza, tra gli altri, dei dei Premi Nobel e del sindaco Ignazio Marino.

Bertolucci ha citato «Malala che ha nei suoi occhi la luce di una saggezza e di un intelligenza particolare. E il suo sorriso è un sorriso di sfida, mi ricorda una poesia di Elsa Morante». «Nelle motivazioni del premio ci sono parole per quello che sto cercando di fare per rendere città più vivibili, soprattutto per disabili. Solo quando si è seduti su questa carrozzina ci si rende conto», continua. Bertolucci ha parlato anche di «un invito a fare di più. Per quanto posso lo farò». Il regista ha ricordato quando incontrò il Dalai Lama prima di girare il Piccolo Buddha e ha raccontato le parole che il Dalai Lama in quell'occasione rivolse a lui, che non era buddista: «C'è un piccolo Buddha in ognuno di noi».

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