Una gioia non replicata per la Roma, di cui è tifosissimo, soltanto perché, in caso di concomitanza con i match dei giallorossi il consiglio solitamente recede, ossia viene sospeso e rimandato. E che dire dello sgambetto che Antonio Lucarelli, allora capo segreteria del sindaco Gianni Alemanno, fece a una manifestante pronta all’irruzione in Aula? Roba da moviola, ma sempre normale amministrazione. Prima di Natale, in pieno scandalo multe per Marino, Alessandro Onorato minacciò: «Salirò con la Panda in Campidoglio».
Si è fermato prima, mentre in aula si affrontavano con cori calcistici (anche qui) sostenitori e oppositori del sindaco. In compenso la settimana scorsa è entrato in aula con un cartonato a grandezza umana del chirurgo dem con la scritta ”svendo tutto”. Episodi così sono all’ordine del giorno nell’Aula che ospitò la nascita della Repubblica romana. Chiunque entra, si sfoga e se ne va. Come il gruppo di giovanotti che per protestare contro il nuovo logo americaneggiante del Comune ha pensato bene di proporne uno del Ventennio: i saluti romani seguiti da vari ululati. Una pagliacciata da nemmeno un minuto, giusto il tempo di farsi fotografare per finire sui social. Poi solito intervento dei vigili urbani sui facinorosi, e punto a capo. Sotto al prossimo. A dire il vero, poco prima del blitz nostalgico, anche Fratelli d’Italia aveva fatto una puntatina sul palco dell’Ambra Jovinelli del Campidoglio. Qualche cartello, due pernacchie. E soliti pizzardoni pronti al placcaggio. Più difficile l'intervento dei vigili quando la rissa, in senso fisico, avviene all'interno della storica aula: dal confronto "da uomini" tra il già citato Alzetta e Fabrizio Santori, nella passata consiliatura, alla gomitata di Dario Rossin a Marino, parzialmente smentita dalla prova tv, anche qui madre di tutte le polemiche da bar dello sport. Anzi, da buvette.
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