Roma, bomba salari sui conti del Comune. Il Tesoro: ha speso 360 milioni di troppo

Ignazio Marino
di Fabio Rossi
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Venerdì 19 Giugno 2015, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 13:21

In Campidoglio erano in molti a temere che la doccia fredda sul salario decentrato sarebbe arrivata, prima o poi. Ma il momento storico, tra le inchieste su Mafia Capitale e gli attriti con il Governo, è il peggiore possibile per affrontare un'altra crisi, che questa volta coinvolgerebbe i 23 mila dipendenti del Comune di Roma. Il ministero dell'Economia, in sostanza, punta il dito sulla gestione delle voci extra dello stipendio pagate da Roma Capitale ai lavoratori prima della riforma del sistema, voluta proprio dal sindaco Ignazio Marino e venuta alla luce la scorsa estate. Ma negli anni tra il 2008 e il 2013, durante l'amministrazione di centrodestra, i bonus “a pioggia” ai dipendenti comunali sarebbero stati «indebitamente erogati», per oltre 360 milioni complessivi.

Adesso, per evitare una procedura dalla Corte dei conti per danno erariale, il Campidoglio dovrebbe azzerare, o almeno dimezzare, il fondo del salario accessorio per i prossimi anni.

I danni per la città sarebbero drammatici, tanto che un esponente di rilievo della giunta Marino già parla di «problemi di ordine pubblico» da affrontare nel prossimo futuro. I romani, con lo stop agli extra per i dipendenti del Campidoglio, vedrebbero ridursi servizi fondamentali come gli asili nido, la polizia municipale, gli uffici comunali.

Senza contare le prevedibili proteste dei lavoratori, con i sindacati già sul piede di guerra: «Se toccano i salari accessori dei dipendenti del Comune di Roma, bloccheremo la città per il Giubileo», è l'esplicita minaccia per una Capitale ormai sull'orlo di una crisi di nervi. Ironia della sorte, l'amministrazione Marino si trova a dover ricucire un buco dovuto all'illegittima gestione del salario accessorio negli anni precedenti, come stabilito dagli ispettori del Mef, dopo aver combattuto per mesi con i sindacati per riformarla, dovendo affrontare anche uno sciopero generale e diverse manifestazioni dei propri dipendenti - dalle maestre ai vigili urbani - arrivate fin sul colle capitolino. Con il vice sindaco Luigi Nieri, esponente di Sel, che arriva a minacciare le dimissioni: «Se, come assessore al personale, dovrò scegliere da che parte stare - dice Nieri - sceglierò di stare con i dipendenti».

I CONTI

I riflettori dei tecnici di via XX Settembre sono puntati in particolare sul fondo destinato agli extra salariali, destinati a premiare la produttività dei dipendenti del Comune di Roma. Premi che negli anni si sono gonfiati a dismisura. E, soprattutto, sono stati attribuiti indistintamente a tutti i lavoratori, indipendentemente dall'impegno profuso e dai risultati ottenuti, diventando veri e propri aumenti strutturali di stipendio, mascherati da bonus. Adesso, secondo le norme in vigore per gli enti locali, il Campidoglio dovrà recuperare le somme erogate illegittimamente prelevandole dallo stesso fondo, che attualmente è di 62 milioni annui, fino a esaurimento del debito.

Ciò significherebbe annullare completamente il salario accessorio ai dipendenti per i prossimi cinque-sei anni o, in caso di accordo con il Mef per spalmare il credito, dimezzarlo almeno per un paio di lustri. «Marino deve valutare lui, con la sua maggioranza, se ci siano le condizioni amministrative e politiche per continuare l'azione di governo», sottolinea Graziano Delrio.