Marchini avverte Berlusconi: «Non mi alleo con nessuno. Noi avanti con il nostro progetto»

Marchini avverte Berlusconi: «Non mi alleo con nessuno. Noi avanti con il nostro progetto»
di MArio Ajello
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 10:04
ROMA - Né con il Pd né con Berlusconi. Alfio Marchini viene tirato di qua e di là, ma molto più sul versante centrodestra che su quell’altro, eppure non ha nessuna intenzione di spostarsi dal suo percorso. Intrapreso due anni e mezzo fa e che lui considera quello vincente per Roma. Silvio Berlusconi pubblicamente parla così, e non da oggi, ma adesso rilancia il proprio endorsement pro-Alfio: «Il nostro candidato a Roma sarà lui. Marchini comunque si candida, e proporre un nostro nome alternativo al suo porterebbe il centrodestra a una sconfitta certa».

Ma Marchini, che è riuscito a creare la soluzione perchè Marino venisse dimesso e ad aggregare sulla sua linea i consiglieri necessari a risolvere la crisi, è intenzionato a muoversi in quella dimensione civica e non di schieramento politico in una delle due coalizioni che finora ha rappresentato la sua costituency. «Noi continueremo ad essere schierati con il nostro progetto - osserva Marchini - e ben vengano le adesioni».

IL PERCORSO

Il cuore del ragionamento che va facendo Alfio con i suoi collaboratori è semplice. E funziona più o meno così. Già due anni fa, alle elezioni vinte da Ignazio Marino, i romani gli hanno fatto capire che non erano soddisfatti delle due più forti opzioni in campo, quella del Pd e quella del Centrodestra. Nel frattempo, il Centrosinistra è evaporato - «Il Pd non è stato neppure capace di rimuovere con le proprie forze il proprio sindaco» - e il centrodestra idem. Mentre i report sulla Lista Marchini dicono che ha quasi raddoppiato i propri consensi. Anche per questo, Berlusconi e con lui molti esponenti di Forza Italia («Sbrigati a indicare Marchini», gli ha detto Gasparri e Osvaldo Napoli è convintissimo: «E’ la personalità giusta») vedono di buon occhio la carta Alfio, consapevolissimi della crisi del partitone azzurro. Oltretutto anche big di Ncd, come Fabrizio Cicchitto, considerano l’opzione Marchini molto favorevolmente. Ma niente. Alfio sta con Alfio. A chi gli fa notare che però, per vincere in una grande città come Roma e poi per governarla con tutte le criticità che l’impresa comporta, serve a supporto un partito ben strutturato e che viene da lontano, Marchini replica con un sorriso che segnala un’evidenza: «Il Pd o Forza Italia sarebbero delle forze organizzate? Mi sembra proprio di no». E ripete che l’incapacità democrat di cacciare Marino con le proprie forze è appunto la riprova clamorosa dello spappolamento dei partitoni.



«Il problema vero - agli occhi di Marchini - è quello di rilanciare Roma con un progetto nuovo e non nuovista». Evitando confuse alleanze pur di vincere, e poi magari di non riuscire a governare. Quella che Marchini chiama «la lineare praticità di un ingegnere» - e lui lo è - aiuta il titolare di questo progetto civico a evitare gli zig zag e le torsioni che gli vengono chieste. Berlusconi ha cercato di rassicurare in tutti i modi, in queste settimane, l’uomo che lui considera il più adatto a piacere agli elettori moderati. «Io Marchini lo lascerò completamente libero in campagna elettorale, se accetterà la nostra offerta che si basa sulla stima che ho per lui e per la sua moderazione unita a capacità di capire e di affrontare i problemi». Così parla Berlusconi con i suoi. «Non mi farò vedere a Roma durante i comizi, non oltrepasserò il raccordo anulare», aggiunge Silvio con un’iperbole. E ancora: «Si tratta di usare anche a Roma il modello Venezia. Lì Brugnaro ha mantenuto un profilo civico e nessuno gli ha messo la casacca azzurra addosso. Questo è lo schema che serve per vincere e ripartire dalla Capitale».



L’ex Cavaliere, in ogni conversazione su Roma, aggiunge un particolare che gli sta a cuore: «Oltretutto Marchini ha quel profilo misto che ne fa un personaggio moderno. E’ un conservatore nei valori ideali e insieme un innovatore politico». E poi Marchini - il che ha un certo valore per un centrodestra depresso - è l’unico che è riuscito, nella partita romana, a sconfiggere il partito di Renzi: guidando l’operazione per mandare a casa Marino.

RUOLIMa il problema non è il ruolo ingombrante di Berlusconi o il pericolo che il leader azzurro non mantenga la promessa di stare defilato. E’ invece la convinzione da parte di Marchini a non deviare dal proprio progetto. «No al toto alleanze - dice l’ex capolista capitolino della Lista Marchini, Alessandro Onorato - e sì alle soluzioni che i romani si aspettano, per avere una città migliore».



Altri problemi riguardano gli alleati di Berlusconi. La Lega l’imprenditore romano come candidato non lo vuole. Né Salvini ha un profilo che può piacere ad Alfio. Per non dire dei Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni: «Se Forza Italia intende sostenere Marchini, possiamo soltanto fare loro i nostri migliori auguri. Il nostro partito sosterrà invece un candidato di centrodestra, perchè a noi gli inciuci e i pastrocchi non piacciono in Parlamento e non piacciono per il Campidoglio». Giorgia per il Campidoglio sembra puntare su Giorgia.
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