Nozze gay, Pecoraro incrocia il sindaco a palazzo Valentini e gli stringe la mano

Nozze gay, Pecoraro incrocia il sindaco a palazzo Valentini e gli stringe la mano
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Martedì 21 Ottobre 2014, 22:50 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 17:19
Un incontro 'imprevisto' ed 'inaspettato' davanti alla Prefettura a margine del primo consiglio della città metropolitana di Roma. Il sindaco Ignazio Marino e il prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro, i due protagonisti del 'caso istituzionale' matrimoni gay, si sono incrociati davanti Palazzo Valentini, sede dell'ormai ex Provincia di Roma e della Prefettura.



Il prefetto stava uscendo a bordo della sua auto quando è arrivato il primo cittadino in sella alla sua bici. A quel punto Pecoraro è sceso dalla macchina per salutare il chirurgo dem con una stretta di mano. «Ci sentiamo dopo» ha detto il prefetto al sindaco che gli ha risposto: «A presto, buon lavoro».



Nozze gay, da adesso la questione si sposta nelle aule di tribunale, e non solo quelle italiane, se sarà necessario, con battaglie legali che passeranno dal Tar alla Procura fino alla Corte europea di Strasburgo. A tre giorni dalla trascrizione in Campidoglio dei matrimoni contratti all'estero da 16 coppie, il prefetto di Roma Pecoraro attende ancora la cancellazione degli atti da parte del sindaco Marino. Atto che sicuramente non arriverà.



E quello che si prepara è un braccio di ferro tra sindaco e prefetto. Allo studio del Campidoglio, strategie legali sulla «potenziale discriminazione contenuta in un'azione di cancellazione di un atto civile, contratto legalmente in un paese Ue, solo sulla base del sesso dei contraenti». In questa fase di impasse burocratica e di preparazione a combattere la battaglia per il riconoscimento delle nozze in altre sedi, oggi otto coppie, sabato in Campidoglio per la trascrizione delle loro unioni celebrate all'estero, hanno intanto inviato al prefetto Pecoraro una diffida a procedere con l'annullamento delle trascrizioni dei matrimoni tra soggetti dello stesso sesso.



Nella missiva di quattro pagine, inviata per conoscenza anche al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia, gli avvocati invitano il presidente del Tribunale di Roma a rilevare il conflitto di attribuzioni che il ministero pretende di attribuire al prefetto e le attribuzioni che la legge conferisce all'autorità giudiziaria». Di qui la richiesta, anche al governo, di «tutelare la separazione dei poteri definita dalla legge a garanzia dei diritti dei soggetti interessati».



Anche il Codacons scende in campo, come aveva annunciato, contro la diffida del prefetto: l'associazione dei consumatori è pronta a presentare al Tar un ricorso d'urgenza con richiesta di provvedimenti «ante causam perchè l'annullamento delle registrazioni annunciato da Pecoraro si porrebbe in evidente conflitto con le disposizioni comunitarie che impongono agli stati membri il riconoscimento del diritto alla vita familiare indipendentemente dal sesso degli individui».



Ma c'è anche l'annuncio dell'intenzione di «ricorrere anche alla Corte di Strasburgo contro qualsiasi atto del Prefetto che impedirà la trascrizione delle nozze gay operata dal sindaco di Roma». Sul tavolo della Procura della Repubblica di Roma, inoltre, «è approdato l'esposto del Codacons - spiega il presidente Carlo Rienzi - contro il Ministro dell'Interno Alfano» su un'ipotesi di «condotta discriminatoria fondata sull'orientamento sessuale e la violazione dell'autonomia del sindaco oltre che quella del diritto al rispetto della vita familiare».



Ma un esposto in Procura è stato presentato anche contro il sindaco Marino: il movimento politico Italia Cristiana ipotizza l'abuso d'ufficio e chiede addirittura «la sospensione di Marino dalle funzioni e l'allontanamento immediato».
La chiesa intanto lancia un nuovo attacco e lo fa per bocca del segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin che sostanzialmente parla di impossibilità di equiparazione delle unioni gay al matrimonio tra un uomo e una donna.
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