Renzi prepara la resa dei conti con Marino: «Il sindaco non può fare il grillino»

Renzi prepara la resa dei conti con Marino: «Il sindaco non può fare il grillino»
di Andrea Bassi
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Giovedì 17 Aprile 2014, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 08:43
​Marino? Deve decidere se vuole fare il grillino o se continuare ad essere sostenuto dal Partito Democratico, nel qual caso allora dovr allinearsi non solo al Nazareno ma anche al governo nazionale. Chi parla è un fedelissimo di Matteo Renzi che sta seguendo da vicino la crisi del Comune di Roma dopo le dimissioni dell’assessore al bilancio Daniela Morgante. A Palazzo Chigi quello che sta accadendo in queste ore al Campidoglio è visto con preoccupazione. Renzi come primo atto del suo governo ha adottato un decreto per salvare la capitale dal default, il terzo che porta il nome di Salva Roma. La partita, poi, è stata lasciata nelle mani del ministero dell’Economia e della cabina di regia. Il governo, insomma, ha dato i compiti a casa, e ha intenzione di controllare come saranno svolti. La linea dell’assessore Morgante, più tagli e meno spesa, magari per dare anche un conforto ai ceti meno abbienti con un alleggerimento della pressione fiscale su Tasi e Irpef, veniva considerato più in linea con i propositi di spending review portati avanti da Cottarelli e con il programma del governo di restituire 80 euro al mese in busta paga ai lavoratori. A Roma, invece, si è scelta un’altra strada: approvare un bilancio fondamentalmente senza scelte di fondo chiare, e rimandare a dopo le elezioni europee gli eventuali sacrifici e l’aumento delle tasse. Una strategia che a Palazzo Chigi non è piaciuta. «Il redde rationem con Marino», aggiunge un altro esponente di primo piano del Pd, «ci sarà dopo la consultazione elettorale».



IL CONTROLLO DEI CONTI

Un segnale comunque, potrebbe arrivare presto. Tesoro e Palazzo Chigi starebbero valutando anche la possibilità di dare un ruolo in una delle società pubbliche di prossima nomina o un incarico paragovernativo, proprio alla Morgante, l’assessore defenestrato da Marino. Per il sindaco sarebbe un vero smacco. Non è il solo problema che il sindaco della Capitale deve affrontare. Ce n’è uno più urgente: quello di portare a termine entro pochi giorni il bilancio di previsione. Marino ha preso in capo a se le deleghe lasciate dalla Morgante, ma ovviamente non ha l’esperienza per fare il lavoro da solo. Ad «aiutarlo» ci sarà una sorta di troika composta dall’ex assessore al bilancio della Capitale ed attuale deputato del Pd, Marco Causi, dal sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, e dal relatore del Salva Roma Fabio Melilli. Come hanno in mente di muoversi i tre lo ha spiegato ieri lo stesso Legnini. «Abbiamo parlato di come il bilancio incrocerà il piano di riequilibrio in attuazione del decreto», ha detto il sosttosegretario all’Economia.



«Il decreto», ha aggiunto, «prevede la possibilità di costruire un bilancio in parallelo al piano di riequilibrio. Ovvero», secondo Legnini, «Roma può fare il bilancio subito e poi il piano di rientro, mano a mano che prenderà forma nei termini di legge e verrà adottato dalla giunta, potrà essere trasfuso con assestamenti in corso d’anno nel bilancio previsionale». Come detto, insomma, il bilancio che sarà approvato nei prossimi giorni sarà solo un’indicazione di massima, i conti veri saranno fatti nei prossimi mesi. Una prospettiva guardata con una certa apprensione anche dalle agenzie di rating. Ieri Fitch ha diffuso il suo outlook semestrale sul Comune di Roma. Secondo gli analisti se il Campidoglio dovesse fallire nel risanamento imposto dal governo e se dovesse perdere il sostegno finanziario fin qui avuto dall’esecutivo, allora il downgrading è certo.
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