IL CONTROLLO DEI CONTI
Un segnale comunque, potrebbe arrivare presto. Tesoro e Palazzo Chigi starebbero valutando anche la possibilità di dare un ruolo in una delle società pubbliche di prossima nomina o un incarico paragovernativo, proprio alla Morgante, l’assessore defenestrato da Marino. Per il sindaco sarebbe un vero smacco. Non è il solo problema che il sindaco della Capitale deve affrontare. Ce n’è uno più urgente: quello di portare a termine entro pochi giorni il bilancio di previsione. Marino ha preso in capo a se le deleghe lasciate dalla Morgante, ma ovviamente non ha l’esperienza per fare il lavoro da solo. Ad «aiutarlo» ci sarà una sorta di troika composta dall’ex assessore al bilancio della Capitale ed attuale deputato del Pd, Marco Causi, dal sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, e dal relatore del Salva Roma Fabio Melilli. Come hanno in mente di muoversi i tre lo ha spiegato ieri lo stesso Legnini. «Abbiamo parlato di come il bilancio incrocerà il piano di riequilibrio in attuazione del decreto», ha detto il sosttosegretario all’Economia.
«Il decreto», ha aggiunto, «prevede la possibilità di costruire un bilancio in parallelo al piano di riequilibrio. Ovvero», secondo Legnini, «Roma può fare il bilancio subito e poi il piano di rientro, mano a mano che prenderà forma nei termini di legge e verrà adottato dalla giunta, potrà essere trasfuso con assestamenti in corso d’anno nel bilancio previsionale». Come detto, insomma, il bilancio che sarà approvato nei prossimi giorni sarà solo un’indicazione di massima, i conti veri saranno fatti nei prossimi mesi. Una prospettiva guardata con una certa apprensione anche dalle agenzie di rating. Ieri Fitch ha diffuso il suo outlook semestrale sul Comune di Roma. Secondo gli analisti se il Campidoglio dovesse fallire nel risanamento imposto dal governo e se dovesse perdere il sostegno finanziario fin qui avuto dall’esecutivo, allora il downgrading è certo.
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