Il chirurgo dem, sventolando i fogli del «finto dossier contro di me», apre la botola delle macchinazioni, delle regie occulte in azione per disarcionarlo. Ed è proprio Marino a parlarne quando accusa chi «si è introdotto abusivamente» nei cervelloni del Comune «per falsificare i miei permessi». Un reato grave: punito fino a 8 anni, sottolinea nella clip di 1.29 che segna comunque uno spartiacque in questa consiliatura. Una strana manina - quella di qualche hacker - che si sarebbe messa in moto per azionare la macchina del fango. Tanto che il primo cittadino accusa: «Sto pestando i piedi qualcuno».
Insomma, tutti gli ingredienti per una puntata, alla vaccinara, di House of Cards.
E cè già chi ricorda il Lazio-Gate, quando nel 2005 qualcuno si intromise nel sistema informatico del Campidoglio. Sempre per fini - poco nobili - politici. Strana vita, quella di Marino. Costretto a guardarsi allo stesso modo sia dagli «amici» del Pd che dai «nemici» del centrodestra. E forse il sindaco ha in mente con questo j'accuse a una strana eterogenesi dei fini.
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