Mafia capitale, Marino accusa: la criminalità nasce nella destra di Alemanno

Mafia capitale, Marino accusa: la criminalità nasce nella destra di Alemanno
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 23:27 - Ultimo aggiornamento: 23:36
Roma non è marcia, Roma non è mafia. E in Campidoglio si è seriamente pronti a dimostrarlo con i fatti. Facendo pulizia delle «mele marce» cadute tra i tentacoli della Piovra di Carminati e facendo entrare in Campidoglio un garante della trasparenza, non necessariamente un assessore, che dia agli atti della giunta rinnovata, che vedrà la luce entro il fine settimana, la certificazione della legalità. Un garante per aumentare le "difese immunitarie" del Palazzo.



Intanto il sindaco accusa: «La criminalità nasce nella destra di Alemanno. Ci sarà qualcuno che nel nostro partito ha sbagliato, ma l'impianto criminale nasce nella destra di Alemanno. Lo vogliamo dire o no?», tuona Marino a un'iniziativa del Pd in periferia con Zingaretti e Orfini, tra gli applausi dei dem.



In attesa dell'arrivo degli ispettori dalla Prefettura, che molto probabilmente Giuseppe Pecoraro invierà a inizio della prossima settimana, il primo cittadino continua la sua ricerca di una figura «al di sopra di ogni sospetto». Un garante della Legalità che dovrà monitorare affinchè il lavoro dell'esecutivo del Campidoglio non prenda pieghe sbagliate, come l'inchiesta della Procura ha dimostrato essere successo in questi ultimi anni. Ancora non si sa se il "garante" prenderà posto in giunta, con un assessorato nuovo di zecca. Potrebbe infatti essere un incarico esterno al team Marino, e forse anche non pagato. Un altro segnale di cambio di passo da dare ai romani.



I tasselli del puzzle della giunta ancora non sono ben definiti. C'è chi parla di un semplice valzer di deleghe e qualche new entry, chi invece di un'ipotesi, più radicale, di azzeramento. Tanto che qualche assessore si domanda tra i corridoi di Palazzo Senatorio: «Chissà se ci saremo tutti». Una strada, questa, però molto più difficile da percorrere.



Di certo il sindaco-chirurgo per il suo "trapianto di legalità" si sta muovendo con i piedi di piombo. Le indagini di Mafia Capitale ancora non sono chiuse e potrebbero coinvolgere altri politici. Così, qualcuno, in casa del primo cittadinio invita alla massima prudenza. Si vorrebbe quindi non correre il rischio di avere una nuova giunta messa subito sott'accusa per qualche improvviso risvolto giudiziario. La partita è ancora tutta aperta e il puzzle giunta tutto da comporre.



Cambio di passo dunque per l'Aula Giulio Cesare. Si cambia dopo lo tsunami del "Mondo di mezzo" che ha lasciato il consiglio comunale decapitato della sua guida Mirko Coratti, dimessosi perché indagato. E la novità arriva proprio dagli orari dell'assemblea che d'ora in poi si riunirà non più nel pomeriggio ma tendenzialmente dalle 9 alle 17. Un modo anche per risparmiare sui costi, dagli straordinari dei dipendenti alle bollette, e dare un segnale alla città.



«L'assemblea capitolina è pronta a fare la sua parte per non fermarci, ma continuare nell'esclusivo interesse dei cittadini - dice la neopresidente Valeria Baglio - Siamo fortemente motivati, dobbiamo mettercela tutta per dimostrare che Roma non è marcia, Roma non è mafia, ci sono tante persone per bene che noi dobbiamo rappresentare».



Intanto oggi il pool anticorruzione di Raffaele Cantone ha iniziato a puntare la sua lente di ingrandimento sul Campidoglio. Ed è partito, in attesa della consegna del dossier appalti opachi su cui sta lavorando l'assessore al Bilancio Silvia Scozzese, proprio dall'Ama. «Questa amministrazione ha sempre aperto le porte a ogni tipo di verifica», chiosa Marino.