Mafia capitale, l'irritazione di Marino che resta all'estero: «È chiaro, vogliono mettermi in difficoltà»

Mafia capitale, l'irritazione di Marino che resta all'estero: «È chiaro, vogliono mettermi in difficoltà»
di Simone Canettieri
3 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Agosto 2015, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 09:09
Un connubio improprio. Unire la «melma di Mafia Capitale» con i provvedimenti per l'Anno Santo Straordinario dedicato alla misericordia. Un modo per «mettermi comunque in difficoltà». Nelle ricostruzioni di questi giorni, tra i motivi per i quali il sindaco Ignazio Marino continua in direzione ostinata e contraria (al mood di tutti) a non voler anticipare il ritorno dalle ferie c'è proprio questo aspetto. Una certa irritazione nei confronti del Governo che ha voluto unire nel consiglio dei ministri di oggi, «le mele con le pere» come dice un suo fidato collaboratore. E cioè i provvedimenti per il Giubileo (cosa buona) con quelli sugli affari di Buzzi e Carminati («Che io ho combattuto, andando in Procura tutte le volte che ho avuto dubbi e perplessità»). Il combinato disposto di queste due storie dà un risultato: sindaco sotto tutela e dimezzato, Campidoglio osservato speciale.



Un messaggio micidiale per un primo cittadino che «politicamente non è certo forte», coma ammette uno dei suoi. Quindi Marino non rientra dalle ferie ai Caraibi e negli Usa per ripicca contro il Governo Renzi? Questa versione viene smentita ufficialmente. Già nel consiglio dei ministri del 6 agosto, le due vicende erano insieme, poi non se ne fece nulla. Ma «il connubio improprio», è stato sottolineato anche ieri in un Palazzo Senatorio orfano del chirurgo dem.



Ma cosa dice Marino della polemica, l'ennesima, che si è scatenata contro di lui? La linea è quella del silenzio. Zero interviste. Colloqui riservati con i collaboratori più fidati. Chi lo conosce però derubrica tutto sotto il capitolo «attacchi strumentali». «Il sindaco continua a lavorare anche dall'estero: la mattina gli mandiamo la rassegna stampa, poi inizia il giro di telefonate, con Causi, il suo vice, si sentono anche due volte al giorno. E intanto continua a tenere i contatti con il Governo». O meglio si raccontano di telefonate, un po' imbarazzanti per gli interlocutori, con il sottosegretario De Vincenti, il ministro Delrio, il prefetto Franco Gabrielli. Ieri Marino ha inviato anche un sms di in bocca al lupo a Silvia Scozzese, ex assessore al Bilancio, che sempre oggi sarà nominata commissario della gestione commissariale del debito capitolino. Un altro tutor, che il premier Renzi gli piazza sul percorso di «Ignazio». Accusato di essere «sempre altrove» anche dai vertici del suo partito. Dal Nazareno fino all'ultimo dei consiglieri comunali «l'imbarazzo» e «le battute» si sprecano. Il capogruppo democrat Fabrizio Panecaldo lo ha detto anche chiaro e tondo: «Io per il consiglio dei ministri sarei tornato». E questo lo dicono un po' tutti. Anche se Marino continua a far trapelare una difesa d'ufficio che suona così: vengo attaccato da parlamentari e sottosegretari del mio partito che ora si trovano anche loro in vacanza, con la differenza che io lavoro tutti i giorni per 16 ore, e loro no. E qui si entra nelle abitudini del primo Marino. E le spiega un assessore: «Purtroppo, Ignazio ragiona ancora come se fosse un chirurgo. Un medico sottoposto a enormi stress e con grandi responsabilità che quando decide di staccare la spina per il meritato riposo si ferma e non vuole sentire scuse». Il sindaco, partito il 14 agosto, ha fatto tappa prima negli Usa (Texas e New York) e ora si trova in un'isoletta dei Caraibi. E in compagnia della figlia e della moglie. Ma senza scorta. Oltre al lavoro che sta portando avanti anche oltreoceano (secondo la narrazione del Comune) si sta dedicando a un libro che uscirà a Natale. Una sorta di diari (da qui la battuta mutata da quelli di Che Guevara: della bicicletta) che raccontano la situazione che ha trovato a Roma quando si insediò due anni e mezzo fa. Il malaffare diffuso, il Pd romano, il suo partito, corrotto fino al collo.



IL RITORNO

Ammesso che sia irritato per il trattamento del Governo, anche sul suo rientro c'è un giallo. Alcuni assessori, quelli più fidati, parlano di domenica. Ma mancano conferme in calce. Sicuramente i primi di settembre. Giovedì prossimo sono in programma due appuntamenti: una giunta politica e la manifestazione del Pd romano contro la mafia davanti alla chiesa Don Bosco, quella delle esequie show del capo-clan. Un evento che Orfini ha dovuto organizzare con netto ritardo, proprio per aspettare il ritorno a casa dell'inquilino del Campidoglio.