As Roma, la campagna abbonamenti «incita alla caccia»: in Campidoglio esplode la polemica

As Roma, la campagna abbonamenti «incita alla caccia»: in Campidoglio esplode la polemica
di Mauro Evangelisti
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Martedì 5 Agosto 2014, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 20:59
Lupi, aquile, prede, cacciatori e animali in gabbia. S, sembra difficile da credere, ma di questo si parla a Roma in una terra di mezzo tra calcio e politica. Per la serie sempre in voga: non facciamoci mancare nulla, ma proprio nulla.



Antefatto: dall’anno scorso l’As Roma per pubblicizzare la campagna abbonamenti rilancia l’immagine di un branco di lupi. Nel 2013 scelse lo slogan - fortunato perché esorcizzava le cadute della stagione precedente - «nessuno ha più fame di noi», con i lupi che entravano in campo. Quest’anno, ancora lupi: «La caccia ricomincia, unisciti al branco». Tutto chiaro, no? I cacciatori sono i lupi, come vuole la loro natura. Anche la versione sulla Champions mostra i soliti lupi e lo slogan assai chiaro su chi stia giocando il ruolo da cacciatore: «Siamo a caccia di nuove prede».



Però il capogruppo della lista Marino, Luca Giansanti, la pensa diversamente e sostiene che lo slogan dell’As Roma, rilanciato nei cartelloni pubblicitari sugli autobus è a favore della caccia. Scrive Giansanti su Facebook: «E’ opportuno che l’azienda pubblica di trasporto di Roma ospiti sui suoi mezzi la pubblicità della campagna abbonamenti dell’AS Roma, che nello slogan incita alla caccia e al branco? Siamo sicuri che il messaggio sia educativo e appropriato?». Premesso che l’As Roma paga per la pubblicità sui bus e che al profondo rosso dell’Atac questi incassi non possono che fare bene, con il principio di Giansanti si rischia di cancellare almeno la metà della programmazione di National Geographic.



Però il dibattito non si placa: in molti se la prendono con Giansanti su Twitter. Interviene dal Nuovo Centro Destra, Marco Pomarici, che ribatte: «Più che una preoccupazione sui rischi sociali ed educativi che la campagna abbonamenti dell'As Roma pianificata sui bus, Atac può provocare su chi la guarda, la frase del consigliere Giansanti sembra un'azione di comunicazione pensata per accattivarsi le simpatie dei tifosi biancocelesti». E così dai lupi all’aquila, basta poco per causare una spaccatura in maggioranza. Scrive Athos De Luca, Pd e storico ambientalista: «Non c'è caccia più innocua che quella della campagna abbonamenti lanciata dalla As Roma. Forse l'unica caccia che come animalista posso ammettere. Non comprendo invece chi nel criticare lo slogan e le immagini pubblicitarie proposte dalla As Roma calcio non dice nulla sulla povera aquila tenuta in cattività, contro il regolamento comunale di tutela degli animali, solo per essere esposta la domenica in occasione degli incontri di calcio casalinghi dell'altra squadra capitolina». L’aquila ovviamente è Olimpia, la mascotte della Lazio. Interviene anche il presidente del Pd di Roma, Tommaso Giuntella, che se la prende con Giansanti per l'attacco alla pubblicità dell'As Roma: «Ci dispiace che in ambienti della Lista Civica, forse complice il clima balneare di agosto, si sia trovato il tempo di sollevare una polemica più adatta ai bar dello sport e non si sia ancora trovato il tempo di affrontare problemi come quello di esponenti municipi della lista stessa che, pur portando il nome di Marino nel simbolo, aggrediscono pubblicamente e a mezzo stampa l'azione dell'amministrazione capitolina e delle maggioranze comunale e municipale». Ironizza Gianni Alemanno: «Per il pensiero politicamente corretto della sinistra appare indigeribile addirittura l'innocua allusione alla caccia della lupa della Roma, mentre altri pseudo animalisti se la prendono con l'aquila della Lazio. Una sinistra che non riesce a risolvere i problemi perde tempo a infastidire le squadre romane e i loro tifosi con astruserie mentali e ridicoli schemi ideologici».

Sarà una lunga estate.
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