L'APPELLO
Insomma, il dopo-Muti. Convitato di pietra, cioè presenza virtuale alla conferenza stampa di ieri in Campidoglio. Invocato dal sindaco («Spero che ci ripensi: lo incontrerò presto») e apprezzato dal manager anche se in un ragionamento più vasto: «Il maestro faceva la differenza, spettacoli e produzioni da tutto esaurito, ma il teatro faceva anche altro e ora bisogna lavorare sull'altro». I segnali post terremoto sono incoraggianti: la campagna abbonamenti ha registrato finora un più 10 per cento, pari a 224 tessere. Intanto, però sul tappeto ci sono i rebus dell'Aida (in cartellone il 27 novembre) e di Le Nozze di Figaro: serve subito un nome all'altezza per dirigere le due opere. Speriamo che sia femmina? «Che ci siano direzioni da parte di donne lo auspico nella maniera più assoluta, come il sindaco», ha aggiunto il sovrintendente. Condizione che l'assessore alla Cultura Giovanna Marinelli ha arricchito così: «Speriamo che ci sia spazio più che altro per i giovani». Ecco, il coniglio che dovrà uscire dal cilindro nelle prossime ore passerà sicuramente dalle nomine delle nuove direzioni e dagli assetti interni in generale. Tenendo conto dei burrascosi rapporti con i sindacati. Gli stessi che ora si appellano al presidente Napolitano affinché convinca Muti a tornare. Di scelte da compiere nel breve termine ha parlato anche Fuortes: entro l'anno sceglierà se rimanere in teatro o a Musica per Roma. L'ex sindaco Gianni Alemanno gli dà un consiglio: «Sarebbe opportuno che anticipasse il prima possibile il suo passo indietro, per far spazio ad una nuova guida per pacificare il Teatro e ricreare un ambiente accogliente per il Maestro».