L'Opera non chiude, appello del Campidoglio per far tornare Muti

L'Opera non chiude, appello del Campidoglio per far tornare Muti
di Simone Canettieri
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Sabato 27 Settembre 2014, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 10:41
La prima notizia il coro a due voci Ignazio Marino-Carlo Fuortes, sindaco e sovrintendente. Insieme, per dimostrare plasticamente che tra loro c' intesa totale. Una pace a favor di flash e telecamere, dopo la fuga in avanti del primo cittadino e l'irritazione del manager. E un messaggio chiaro da veicolare: lavoriamo per scongiurare la chiusura. Ma per capire quale fine farà il Costanzi - de profundis o Inno alla gioia? - occorrerà comunque aspettare lunedì. Quando il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini riunirà Fuortes, Marino e il governatore Nicola Zingaretti. Un vertice tra i soci della fondazione, in vista del cda di giovedì. Tra queste due date dovrà essere svelato il «piano» di rilancio del teatro. Che, attenzione, non si tratta di quello industriale già presentato al Mibact per accedere alla legge Bray, ma di una soluzione figlia di una «fase straordinaria e difficile», come ammettono Marino e Fuortes. Sembra però tramontare l'idea di una fusione con Santa Cecilia.



L'APPELLO

Insomma, il dopo-Muti. Convitato di pietra, cioè presenza virtuale alla conferenza stampa di ieri in Campidoglio. Invocato dal sindaco («Spero che ci ripensi: lo incontrerò presto») e apprezzato dal manager anche se in un ragionamento più vasto: «Il maestro faceva la differenza, spettacoli e produzioni da tutto esaurito, ma il teatro faceva anche altro e ora bisogna lavorare sull'altro». I segnali post terremoto sono incoraggianti: la campagna abbonamenti ha registrato finora un più 10 per cento, pari a 224 tessere. Intanto, però sul tappeto ci sono i rebus dell'Aida (in cartellone il 27 novembre) e di Le Nozze di Figaro: serve subito un nome all'altezza per dirigere le due opere. Speriamo che sia femmina? «Che ci siano direzioni da parte di donne lo auspico nella maniera più assoluta, come il sindaco», ha aggiunto il sovrintendente. Condizione che l'assessore alla Cultura Giovanna Marinelli ha arricchito così: «Speriamo che ci sia spazio più che altro per i giovani». Ecco, il coniglio che dovrà uscire dal cilindro nelle prossime ore passerà sicuramente dalle nomine delle nuove direzioni e dagli assetti interni in generale. Tenendo conto dei burrascosi rapporti con i sindacati. Gli stessi che ora si appellano al presidente Napolitano affinché convinca Muti a tornare. Di scelte da compiere nel breve termine ha parlato anche Fuortes: entro l'anno sceglierà se rimanere in teatro o a Musica per Roma. L'ex sindaco Gianni Alemanno gli dà un consiglio: «Sarebbe opportuno che anticipasse il prima possibile il suo passo indietro, per far spazio ad una nuova guida per pacificare il Teatro e ricreare un ambiente accogliente per il Maestro».