Secondo alcune ricostruzioni Iudicello sarebbe stato spintonato e la sua macchina accerchiata e presa a calci. «È inaccettabile e gravissimo che il capo dell'amministrazione capitolina, Liborio Iudicello, sia stato fisicamente aggredito», tuona il sindaco Ignazio Marino. E anche dalla Cgil Natale Di Cola parla di «un fatto grave», anche se i problemi ci sono tanto che i sindacati scendono sul piede di guerra proclamando lo stato di agitazione.
Sempre sulla vicenda del salario accessorio, in nottata i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Csa hanno occupato il dipartimento Risorse Umane e subito dopo l'ok alla delibera hanno annunciato lo stato agitazione. In giornata, a loro si è unito anche il coro di diversi esponenti del Pd, del Campidoglio e della Camera dei Deputati per proseguire sulla strada del dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. Dialogo che il Campidoglio è intenzionato a mandare avanti, al netto però dell'approvazione della delibera - esattamente come nelle intenzioni - nella prima seduta di giunta dopo l'approvazione del bilancio in Aula.
«Il contratto riguarda il settore tecnico-amministrativo, la scuola, i vigili - spiega Nieri - stiamo parlando di una turnazione che riguarderà 8.500 dipendenti. E questo nuovo istituto farà in modo che nei municipi progressivamente apriremo i servizi dalle 8.30 di mattina alle 19-20 di sera. A regime si andrà man mano entro l'anno 2014. Siamo nell'innovazione totale. Stiamo avviando un processo assolutamente nuovo e sarà fondamentale anche in considerazione del fatto che questo atto non è definitivo che il dialogo continui per il bene dei dipendenti e della nostra città». Ma i sindacati, che già avevano promosso proprio sulla vicenda del salario accessorio uno sciopero generale dei lavoratori comunali, scendono sul piede di guerra: «Nessun contratto si fa senza i lavoratori. E non permetteremo che a nessuno sia tolto un solo euro dalla busta paga. Se il sindaco e la giunta pensano di risolvere i loro problemi tagliando gli stipendi, mandando a casa i precari e paralizzando i servizi, si sbagliano di grosso».
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