Strisce blu, la guerra delle multe elevate
Comune: «Assolutamente regolari»
Il Ministero: «Non siamo d'accordo»

Strisce blu, la guerra delle multe elevate Comune: «Assolutamente regolari» Il Ministero: «Non siamo d'accordo»
di Luca Lippera
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Giovedì 13 Marzo 2014, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 13:39
Un rompicapo di quelli coi fiocchi. Il Comune di Roma, dopo il sibillino parere del Ministero delle Infrastrutture, difende le multe elevate per sosta irregolare sulle strisce blu. «Le nostre contravvenzioni - sostiene il Dipartimento delle Entrate del Campidoglio - sono assolutamente regolari. La questione è stata già esaminata e risolta dall’avvocatura comunale». Ma secondo gli esperti ministeriali, le sanzioni (da 25 a 99 euro) dovrebbero scattare soltanto contro chi non espone alcun tagliando di pagamento, mentre tutti gli altri - coloro che hanno semplicemente “sforato” l’orario indicato nel ticket - dovrebbero essere chiamati a versare solo la differenza. È un semplice parere, ovviamente, ma basta e avanza per immaginare una nuova guerra tra i cittadini e l’amministrazione.



MILIONI IN BALLO

I controlli e le multe sulle strisce blu sono affidati dal Comune ai circa 220 ausiliari dell’Atac. I posti auto a pagamento in tutta Roma sono poco più di 76 mila (per un totale di 39 chilometri) e le contravvenzioni nel 2012 (ultimo anno per il quale esistono dati certi) sono state 302 mila. Bastano questi pochi numeri per rendersi conto del perché l’amministrazione comunale, nel caso in cui “passasse” l’interpretazione ministeriale, si troverebbe per le mani una bruttissima gatta da pelare. Le multe sono soldi e qui - 302 mila per un minino di 25 euro che possono anche salire - ci sono in ballo milioni.



VENTI DI GUERRA

Molti avvocati che si occupano da decenni di multe nel caotico labirinto del Giudice di Pace di Roma (in via Teulada) stanno già affilando le armi. C’è un grosso ostacolo da superare. «Oggi per fare ricorso - ricorda un legale - il cittadino deve pagare circa trentasette euro, l’odioso balzello che è stato messo dallo Stato proprio per scoraggiare le contestazioni. I soldi, in caso di accoglimento, vengono rimborsati: ma servono tempo e pazienza. Detto questo è ovvio che cercheremo di avere una pronuncia da parte di un giudice in una sentenza. Un verdetto “pilota” potrebbe indurre surrettiziamente l’amministrazione a rivedere le indicazioni date agli ausiliari. Nella prospettiva di perdere tutte le cause (con pagamento delle spese di giudizio) potrebbe essere meglio risolvere il problema alla radice».



IL PRECEDENTE DI VELLETRI

È la scelta fatta alcuni anni fa dalla società privata che ha in concessione la gestione dei parcheggi a pagamento a Velletri. La multa veniva fatta solo a chi era in sosta sulle strisce blu e non esponeva alcun ticket. Gli altri venivano invitati con un avviso a pagare entro un certo termine la differenza tra quanto dovuto - mettiamo due ore - e quanto versato al parcometro - mettiamo un’ora. La contravvenzione scattava soltanto in caso di mancata regolarizzazione. Ma la Corte dei Conti, nel 2012, ha censurato per «danno erariale» la società che gestiva le strisce blu nella cittadina dei Castelli. L’avvocatura capitolina è al corrente della sentenza e ne ha fatto un perno delle indicazioni date agli ausiliari dell’Atac: multe a tutti i trasgressori, con una differenza suggerita dall’equità: a chi ha pagato meno del dovuto, qualunque sia il numero delle ore “evase”, non possono essere fatte multe superiori a quelle di chi non ha pagato nulla.



«ANNULLARE TUTTO»

Non basterà però un’indicazione dettata dalla logica a placare gli animi. L’associazione di consumatori Codacons, lestissima a cavalcare certe “tigri”, chiede che tutti i comuni (Roma inclusa) dichiarino nulle d’ufficio le contravvenzioni per pagamento difettoso. «Altrimenti - sostiene - potrebbe ipotizzarsi il reato di abuso d’ufficio». La stessa cosa afferma il sindacato Ospol dei vigili urbani che aggiunge il carico da novante. «L’aver celato la circolare può configurare una truffa». Ma l’amministrazione capitolina insiste che tutto è «regolare e in linea con l’articolo 7 del Codice della Strada comma 15». Il quale, come tutte le norme - e come testimonia il parere ministeriale - è variamente interpretabile. La guerra, c’è da giurare, è solo all’inizio.
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