Comune, la denuncia all'Anticorruzione: dieci appalti sospetti

Comune, la denuncia all'Anticorruzione: dieci appalti sospetti
di Simone Canettieri
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 12:52
Così sospetti da spingere il sindaco Ignazio Marino a volerli revocare «subito». Prima però sottoporrà i dieci appalti scovati in questi giorni a Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Anticorruzione. Durante l'incontro di ieri pomeriggio all'Anac, è uscita fuori questa novità: ci sono una decina di gare, che attraversano sia l'amministrazione precedente di Alemanno che quella attuale del chirurgo dem, considerate dal Campidoglio «molto sospette». Al punto da convincere Marino e l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella di arrivare a prendere una decisione estrema: revocare tutto. A finire nel mirino, di preciso, sono stati una decina di affidamenti diretti. Il valore non sarebbe comunque considerato particolarmente importante: «In tutto si arriva a qualche milione di euro», è il poco trapelato ieri pomeriggio.

AL SETACCIO

I «dieci pezzi» non erano stati inseriti nella black list - con 120 gare - consegnata lo scorso 21 gennaio a Cantone. A fari spenti, dunque, il lavoro di indagine interna scaturito dopo l'inchiesta Mafia Capitale va avanti. E Marino e Sabella, l'assessore chiamato con il preciso compito di fare pulizia, continuano nel lavoro di analisi e repulisti di qualsiasi infiltrazione criminale che potrebbe essersi sedimentata negli ultimi anni a Palazzo Senatorio.

Le gare date in affidamento diretto sono per Cantone una delle principali spie della corruzione nelle amministrazioni pubbliche italiane. «Una criticità» del sistema, secondo l'Autority, quelle dell'utilizzo «eccessivo di tale procedura».

IL PROGETTO

Da Nord a Sud, passando per Roma. Dove la percentuale - come è scritto in un report estratto dalla banca dati nazionale dei contratti pubblici - è dell'86,51 sul totale delle procedure, per un 33,05% degli importi.

Dopo aver annunciato la loro intenzione di tagliare le radici a dieci gare in forte odor di infiltrazioni criminali, il sindaco e l'assessore alla Legalità hanno affrontato con Cantone «i primi particolari tecnici sulla stazione unica appaltante, su come costruirla: l'intesa di massima c'è». Al progetto sta lavorando proprio l'ex pm ora nella squadra del sindaco. A cosa servirà questa nuova stazione unica appaltante? A prevenire in futuro qualunque attività illecita nell'acquisto di beni e servizi da parte del Comune.



IL PERCORSO

In questa ottica la riunione «tecnica» è servita al Campidoglio per indicare a Cantone «i passi avanti importanti che sono stati fatti all'interno dell'amministrazione capitolina, l'attività di vigilanza messa in atto dall'assessore Sabella e per condividere la programmazione di lavoro nel percorso della trasparenza».

Prima però c'è da sistemare il pregresso, e cioè tutti gli appalti e le gare a chiamata che il Campidoglio ha affidato in maniera opaca, dal 2007 al 2014, a cooperative e società. I campi minati sono sempre gli stessi: servizi sociali, verde pubblico e rifiuti. Proprio tra queste categorie potrebbero annidarsi gli ultimi dieci documenti scottanti usciti dagli uffici nelle ultime ore. E pronti ad arrivare sulla scrivania di Cantone prima di essere ritirati del tutto.