Casamonica, gelo del premier sul sit-in antimafia con Marino

Casamonica, gelo del premier sul sit-in antimafia con Marino
di Nino Bertoloni Meli
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Giovedì 3 Settembre 2015, 06:01 - Ultimo aggiornamento: 19:09

Ci sarà Piero Fassino in rappresentanza dei sindaci. Non mancherà Nicola Zingaretti, presidente della Regione. Faranno bella mostra di sé i gonfaloni delle cittadine limitrofe, di Genzano, di Albano. Non potrà mancare, e come potrebbe, l'Associazione dei partigiani, l'Anpi. E poi la comunità di Sant'Egidio, e le Acli, e le associazioni, e singole personalità, e Sel di Vendola, e gli ex pd come Fassina e Gregori, e i parlamentari laziali e romani come Meta, Morassut, Bonaccorsi, Marroni.

Ma ci sarà soprattutto lui, Ignazio Marino, il sindaco, riemerso è il caso di dire dalle immersioni ai Caraibi, che ha scelto proprio la manifestazione di oggi a piazza don Bosco per segnare il proprio rientro sulla scena politica. «Ma è chiaro che se c'è lui, Marino, non può esserci Renzi», sussurra uno dei deputati romani che conosce bene entrambi. E così sarà.

L'OBIETTIVO

Non che al premier Matteo Renzi non interessi il contro corteo dopo il funerale show dei Casamonica, men che meno il premier segretario intende sbugiardare l'iniziativa messa su con tanto impegno da Matteo Orfini, il commissario, sempre più lanciato in un ruolo di primo piano nelle vicende capitoline.

Il fatto è che manifestazioni del genere per Renzi non risolvono, non mordono, non sono produttive. Conclusione: le organizzino pure, si facciano, meglio che niente, ma né il governo né il premier intendono metterci la faccia.

E poi perché? Per coprire una situazione nefasta che mette radici nei tempi di un Pd vecchia maniera, con rappresentanti della vecchia e della giovane guardia in filiera colti con le mani nel sacco? Un approccio a dir poco gelido, appunto.

Del governo è annunciata la presenza del ministro Guardasigilli, Andrea Orlando, e del sottosegretario Angelo Rughetti: quest'ultimo è parlamentare reatino, uomo di punta del Pd laziale, e non potrebbe certo dare forfait; quanto a Orlando, ci sarà come esponente del Pd, non parlerà, e soprattutto renderà manifesta la diarchia ormai instauratasi al vertice dei giovani turchi con l'arrembante Orfini. Aveva annunciato la propria presenza anche Alfio Marchini, ma vista la piega presa dagli avvenimenti, ha deciso di non aderire. «Se è una manifestazione silenziosa stile marcia di Assisi, ben venga, ci sto, ma se parlano i politici, e se soprattutto parla Marino, allora diventa un'altra cosa e non ci saremo», ha fatto sapere Marchini.

LE POSIZIONI

Chi l'avrebbe mai detto che una piazza intestata al curatore del riscatto di anime giovanili, don Bosco, sarebbe diventata l'epicentro del riscatto antimafia di un partito politico. Anche la data, Orfini ha voluto simbolica: il 3 settembre, anniversario dell'assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a opera della mafia a Palermo. Ma tant'è. Abbandoneranno per un giorno i loro luoghi di vacanze agli sgoccioli, politici e non, per segnare la propria presenza in piazza, «il riscatto del Pd contro il malaffare», come dicono i futuri partecipanti.

LE CRITICHE

Ma non mancano critiche, polemiche, musi storti e moniti. Roberto Morassut lascerà la casetta di Lavinio e si farà vedere a don Bosco, ma il clima generale non gli piace e lo dice senza giri di parole: «E' una cosa episodica, arriviamo sempre un minuto dopo le inchieste, i fatti di cronaca, mah, ormai tutto è diventato una vera e propria questione romana. Voglio solo sperare che alcuni personaggi abbiano almeno il buon gusto di non farsi vedere, se no il rischio che sia una parata negativa e non una giornata di riscatto lo corriamo per davvero». Altra polemica è sollevata da Sel: «Chi tenterà di utilizzare la piazza per fare prove tecniche di grande piccola coalizione commette un errore grave pari a quello di chi pensa di cavalcare la manifestazione per appoggiare o denigrare la giunta comunale».

Su tutto e tutti aleggia l'ipotesi di un nuovo filone giudiziario legato alle rivelazioni dei Buzzi e Odevine. E c'è da fronteggiare l'offensiva dei cinquestelle, che hanno annunciato una contromanifestazione non si sa ancora bene fatta come e con chi. Ma i dem romani, e non solo, sanno bene che il M5S ha lanciato da tempo un'Opa ostile sul Campidoglio, trovando negli atteggiamenti di Marino un insperato aiuto per tentare la scalata al Comune.