Cantone: ritardi colpa del Comune, controlli più difficili rispetto a Expo

Cantone: ritardi colpa del Comune, controlli più difficili rispetto a Expo
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
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Venerdì 2 Ottobre 2015, 05:53 - Ultimo aggiornamento: 08:37
Non vuol sentirsi addossare la colpa dei ritardi, Raffaele Cantone. Perché l'Anac «sta facendo tutto in tempi velocissimi». I problemi albergano altrove: «I controlli per l'Anno Santo sono molto più complicati di quelli dell'Expo. Lì avevo interlocutori precisi». In poche parole, la lentezza dei cantieri per il Giubileo, che non partono, dipende dal Campidoglio. E il presidente dell'Anticorruzione - dal palco dell'assemblea dell'Acer - lo dice in maniera molto elegante: «La nostra collaborazione con l'amministrazione è perfetta. Con l'assessore Sabella c'è un contatto quotidiano e continuo. Notiamo però che, soprattutto per quanto riguarda gli uffici, c'è qualcosa che non quadra, non abbiamo ancora capito chi sono i nostri interlocutori».

I LAVORI

Non è un caso dunque se finora di tredici opere da realizzare solo cinque siano state sbloccate dall'Anac: viale America (970.000 euro), via Appia Antica (960.000), via delle Mura Latine e viale di Porta Ardeatina (970.000), piazzale Ostiense e piazza di Porta San Paolo (910.000) e percorsi giubilari (965.000). Per il tutto è in corso un'interlocuzione tra Campidoglio e Anac. La vicenda, a dirla tutta, è differente. Perché le pratiche gestite dal pool di finanzieri che lavorano per Cantone hanno tempi rapidissimi: 24 ore. Una volta vistate le gare le mandano indietro al Comune per eventuali correzioni. Il problema è che l'«eventualità» finora c'è sempre stata. E così il ping pong tra gli uffici è continuo. Dicono dall'Anac: «Per un intervento molto importante abbiamo mandato indietro la pratica due volte, ricevendo in entrambi i casi gli stessi errori». Così non possono partire i bandi. E nemmeno i cantieri. Dunque la corsa contro il tempo è totale. Anche se «l'urgenza non può essere una deroga, che non c'è: il governo le deroghe non le ha date e non possiamo inventarcele», mette le cose in chiaro sempre Cantone. Non a caso in Comune spiegavano anche ieri: aspettiamo «notizie da un momento all'altro». E così la macchina amministrativa di Palazzo Senatorio si trova di fronte a questa realtà: «Se i bandi di gara non vengono fatti secondo le indicazioni, noi lo facciamo vedere: se qualcuno pensa che i nostri controlli siano foglie di fico ha sbagliato».



L'AFFONDO

Cantone insieme a Franco Gabrielli è uno degli angeli custodi chiamati dal Governo per sorvegliare il Comune. Entrambi ieri stavano sul palco, al fianco dell'osservato speciale: il sindaco Ignazio Marino. Il magistrato napoletano per cercare di smorzare i toni dalla convention dell'Acer ha spezzato una lancia nei confronti del chirurgo dem: «Nel Comune di Roma ci sono cento centri di costo, noi li abbiamo individuati con la nostra modalità ispettiva. Ma come si fa a governare così? Io non vorrei essere nei panni del sindaco Marino. Non lo invidio, la sua è una mission impossible, ci vorrebbero poteri da super eroi». Una chiosa da leggere anche al contrario. Nessuna novità, d'altronde. La relazione di Cantone sull'amministrazione ai tempi di Mafia Capitale ha accusato la precedente giunta, senza risparmiare nemmeno quella attuale. Almeno fino al dicembre del 2013. Ecco perché l'ultima riflessione del magistrato a proposito del codice degli appalti va letta come un monito nei confronti del Comune: «Vanno bene le regole, ma servono gli uomini: possiamo avere le regole migliori di questo mondo ma se non c'è una pubblica amministrazione che funziona il resto sono tutte chiacchiere».