LE IMPOSTE
Una cifra che, nelle previsioni dell’assessore al bilancio Daniela Morgante, potrebbe essere interamente caricata alla voce casa. Se, infatti, dalla rivalutazione delle rendite catastali il Comune prevede di incassare 115 milioni extra, il resto - invece che da Irpef, canone di occupazione suolo pubblico e tassa di soggiorno - potrebbe arrivare da due delle tre componenti dell’Iuc: la vecchia Imu e la nuova Tasi, la tassa che servirà a finanziare i servizi comunali indivisibili, dall’illuminazione pubblica alla manutenzione stradale.
LE IPOTESI
Nella legge di stabilità viene specificato che per il 2014 l’aliquota massima della Tasi relativa alla prima casa non possa superare il 2,5 per mille (l’Imu in questo caso non c’è) e la somma fra Imu e Tasi non possa essere superiore al tetto dell’10,6 per mille. Ma l’Anci ha chiesto al governo una maggiore flessibilità sulle aliquote.
In particolare, sul colle capitolino si spera in un innalzamento di un punto di entrambe le aliquote massime. Quella per le prime case, se passasse al 3,5 per mille, garantirebbe comunque un extra gettito molto contenuto, anche perché sarebbe in gran parte compensata dalle nuove agevolazioni che i Comuni vogliono introdurre per i nuclei familiari meno abbienti. Ma dall’incremento all’11,6 per mille dell’imposizione sulle seconde case potrebbero arrivare, nelle intenzioni del Campidoglio, i fondi necessari a scongiurare l’incremento dell’imposta sul reddito. «In questo momento non c’è alcun piano per aumentare l’Irpef - sottolinea Ignazio Marino in un’intervista a Radio Radio - Dobbiamo invece diminuire i costi della macchina comunale, con la centralizzazione degli acquisti».
LE ALTRE MISURE
Passando ai tagli, il più profondo toccherà alle aziende capitoline: le norme approvate a fine agosto dal governo da una parte permettono al Comune di ridiscutere i contratti di servizio con le municipalizzate, dall’altra lo obbligano a ridurre la spesa complessiva di 300 milioni e spiccioli, sugli 1,4 miliardi complessivi. Un taglio di oltre un quinto della dotazione complessiva che costringerà l’Atac, per esempio, ad accelerare il progetto di revisione del trasporto pubblico di superficie, eliminando linee e corse meno frequentate, mentre per l’Ama c’è il rischio di ulteriori rincari della tariffa rifiuti. Soffriranno anche i dipartimenti, per i quali sono previsti tagli per oltre 300 milioni, mentre la gestione commissariale del debito pregresso dovrebbe assorbire altri 165 milioni. In ogni caso l’iter del bilancio registra già i primi ritardi: nelle intenzioni dell’amministrazione comunale avrebbe dovuto essere approvato in giunta entro fine 2013 ma, a oggi, non è arrivata ancora la bozza definitiva agli assessori. A questo punto se ne riparlerà, verosimilmente, dopo l’Epifania.
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