«Non ci hanno portato neppure il caffè - ha scherzato un assessore - forse temevano che il nervosismo andasse davvero alle stelle». Alla fine, quasi un colpo di scena visto che in passato tra i due c’erano state clamorose litigate anche sui giornali, a sostegno di Daniela Morgante è arrivato il suo nemico amatissimo, l’assessore ai trasporti Guido Improta, che ha proposto un metodo differente: prima si calcola quanto è assolutamente indispensabile, poi si decide dove e come trovare i soldi. Di lì è iniziata la tregua, anche se il rischio che la tensione riesplodesse era tale che nel pomeriggio, quando si è svolta la riunione tecnica della giunta, è stato deciso di lasciare fuori dalla porta gli staff degli assessori. Sotto tiro anche Giovanni Caudo, accusato di bloccare la manovra urbanistica che garantirebbe nuove risorse. Servono «provvedimenti che l'amministrazione può emanare in pochi giorni», spiega Mirko Coratti, presidente del consiglio comunale. Ieri è tornato a circolare il solito rumor di una poltrona a rischio per la Morgante, ma il sindaco (che ieri tra Obama e direzione Pd è andato e venuto dalla giunta) continua a difenderla.
LA TRATTATIVA
Ricapitolando: da una parte c’è la fotografia della situazione scattata dall’assessore Daniela Morgante - il famigerato foglio A3 - che prevede taglio cospicui ai dipartimenti - dall’altra i colleghi che hanno puntato i piedi. «Da parte mia non c’è una chiusura - ha spiegato l’assessore Morgante - la mia è una proposta di bilancio, costruita su tasse basse e tariffe non aumentate. In questi due giorni di confronto sono emerse esigenze e proposte e ora dobbiamo capire come farle rientrare nel bilancio. Il bilancio sarà approvato entro il 30 aprile». In sintesi: la linea della Morgante parte per esempio dalla Tasi, proponendo un’aliquota bassa sulla prima casa (il 2 per mille). Ma potrà essere mutata se politicamente si decide che ai servizi e agli assessorati servono più soldi. Ieri mattina si è anche riunita la cabina di regia sul piano di rientro richiesto dal governo. Lì è emerso che la mobilità del personale potrà avvenire solo tra le aziende, non potrà interessare anche il Campidoglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA