Bilancio Roma, Morgante cede sulle tasse. Pd e Marino erano pronti a sostituirla

Daniela Morgante
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 14 Aprile 2014, 08:35
Daniela Morgante frena, accoglie le indicazioni del sindaco. E per ora salva il posto da assessore al Bilancio. Ma al termine della riunione di giunta di ieri, finita alle 22.30, Marino era ancora infuriato e ha ripetuto alla Morgante: «Daniela, questo non è il bilancio che volevo io, non ci siamo».



Eppure lei aveva limato gli spigoli e si era mostrata più dialogante con gli altri assessori. Aveva perfino digerito il compromesso sulle tasse, ad esempio: Tasi al 2,5 per mille, Irpef invariata. Anche se il pensiero della Morgante è noto: abbiamo perso un’occasione, potevamo tagliare le tasse e ridurre la spesa, come sta facendo Renzi. Ma ieri in giunta è stata accondiscendente, si è morsa la lingua e ha evitato lo sfratto. Pensare che l’exit strategy era pronta, il libretto delle istruzioni sul tavolo del sindaco. Sabato sera Marino era nero con l’assessore Morgante, che da seriosa giudice della Corte dei conti dal linguaggio burocratico, si è trasformata in una esuberante esternatrice.



Dal Pd avevano suggerito al sindaco: 1. convinci la Morgante a dimettersi; 2. poiché non si trova un kamikaze con un minimo di conoscenza di numeri e politica disposto a fare l’assessore al Bilancio, la delega caro Marino te la tieni ad interim; 3. entro il 4 luglio va scritto il piano di rientro con la cabina di regia di cui fanno parte Legnini (sottosegretario) e i parlamentari Causi e Melilli, tutti del Pd: quindi hai già la squadra pronta a darti una mano nella stesura della manovra. «Ci aspettiamo la rottura», dicevano fiduciosi ieri pomeriggio quelli del Pd prima dell’inizio della giunta che doveva trasformarsi in una resa dei conti: Daniela Morgante e il suo completo grigio contro tutti.



FRENATA

Poi, bip, bip, bip: partono gli sms da dentro la giunta e all’esterno scoprono che l’exit strategy va congelata. «La Morgante si è addolcita». Lei distribuisce decine di tabelle excel e sorprende: linea dialogante, compromesso sulle tasse, concessioni sul salario accessorio dei dipendenti. «Quelle uscite erano solo proposte», dice, un po’ sincera e un po’ calcolatrice. Il rapporto con il sindaco si è deteriorato negli ultimi 10 giorni. Sembra preistoria l’approvazione della manovra 2013, quando Marino rispose stizzito sul rimpasto: «Squadra che vince non si cambia». Ecco, stavolta Marino era pronto a cambiare la squadra. Forse lo è ancora, visti i toni con cui ha chiusa la riunione. Nel Pd s’inseguono le ipotesi sull’evoluzione della Morgante: «Sta pensando di fare politica e punta a portarci al commissariamento?». Ecco, ieri il complottismo dilagava, mancavano solo le scie chimiche e i rettiliani. Poi, la frenata della Morgante e la tregua armata.
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