Bilancio, Marino chiede aiuto al Tesoro: il sindaco rinuncia a tagli e tributi più bassi

Bilancio, Marino chiede aiuto al Tesoro: il sindaco rinuncia a tagli e tributi più bassi
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 18 Aprile 2014, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 17:21
Marino in difficolt sul bilancio chiede aiuto al Governo. Ieri mattina ha parlato con Giovanni Legnini, sottosegretario all’Economia.

Quest’ultimo ha organizzato un incontro - per la tarda serata - con il ministro Pier Carlo Padoan, in cui si è parlato di maggiore flessibilità del patto di stabilità. La cabina di regia (con Legnini, Melilli e Causi) ormai ha affiancato Marino, sta definendo l’indice del piano di rientro, per allinearlo al bilancio. Alla Regione il Campidoglio chiede trasferimenti per 180 milioni, legati al trasporto pubblico. In sintesi: il caso Roma, al di là delle rassicurazioni ufficiali, è sempre più una delle preoccupazioni del Governo. E del Partito democratico che, nelle sue varie componenti, comprende che la gestione Marino si sta trasformando in un boomerang.



L’addio della Morgante ha acuito la differenza delle due filosofie a confronto: la bozza di bilancio di Daniela Morgante, da venerdì non più assessore, in fondo fotografava su base romana la linea di Renzi. Puntava al taglio della spesa e alla riduzione della pressione fiscale. Il nuovo bilancio che tenterà di chiudere Marino, quale assessore ad interim, segue altre strade: limitare al minimo la riduzione della spesa e confermare le aliquote più alte per la tassazione. Eppure, anche la cura più tradizionale di Marino non sarà sufficiente. Ecco allora l’incontro tra il sindaco, Legnini e Padoan. Obiettivo: ottenere maggiore flessibilità per il patto di stabilità in modo da utilizzare nella spesa corrente i 280 milioni previsti dal Salva Roma.



TASSE

Quando si parla di manovra di previsione del 2014, va sempre ricordato che il percorso è stato costellato da una serie di promesse mancate del sindaco Marino, che con un eccesso di entusiasmo aveva assicurato che il bilancio sarebbe stato approvato entro la fine del 2013. Ieri Marino è tornato a promettere: «Delibereremo il bilancio entro il 30 aprile perché in Municipi sono in difficoltà». Intendeva che per quel giorno sarà esaurito il passaggio in giunta. Con alcune difficoltà: il sindaco dovrà farsi tecnicamente scrivere il bilancio dal ragioniere generale Maurizio Salvi, con cui ha avuto divergenze di opinioni in passato. E dovrà essere sempre il sindaco a presentare il documento in aula, sostenendo il confronto con l’opposizione. Nella bozza Morgante c’erano scelte innovative: l’aliquota Tasi sulla prima casa era molto bassa, al 2 per mille, e si lavorava anche sul taglio di un quarto di punto dell’Irpef (ora è allo 0,9). Certo, per tagliare le tasse era necessaria la riduzione della spesa, 400 milioni.



La Morgante aveva poi accettato una scelta mediana, con la Tasi al 2,3 per la prima casa e all’11,4, aliquota massima, per la seconda. Ora Marino sta ragionando su scelte dolorose: Tasi al 2,5 sulla prima casa e all’11,4 sulla seconda. Restano i tagli di 270 milioni.
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