Atac, presunto sabotaggio dei treni: la Procura indaga sui macchinisti

Atac, presunto sabotaggio dei treni: la Procura indaga sui macchinisti
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 27 Luglio 2015, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 12:50

Arriva in Procura l'ipotesi del sabotaggio dei treni della metro durante lo sciopero bianco dei macchinisti. Atac ha deciso di presentare denuncia contro ignoti, chiedendo ai pm di fare luce sulla possibile manomissione dei convogli. Il sospetto che si è fatto strada in questi giorni nella sede di via Prenestina è che, dietro ai disagi che, dal 1 luglio in poi, hanno messo in ginocchio i trasporti romani, possano esserci anche dei danneggiamenti volontari, messi in atto con l'obiettivo di aumentare il più possibile i tempi di attesa sulle banchine. L'ipotesi, anticipata dal Messaggero, è stata formulata dagli ispettori dell'azienda incaricati di monitorare i disservizi delle ultime tre settimane. Ora però i vertici della municipalizzata hanno deciso di chiedere direttamente alla magistratura di fare luce.

A insospettire gli ispettori aziendali è stato anche l'orario in cui si sono verificati i guasti, molto spesso tra le 19 e le 20, proprio durante il picco serale di accessi sulle banchine.

Nasce anche da qui l'ipotesi di malfunzionamenti creati ad arte, con l'ombra di una «regia» occulta.

RISCHIO LIQUIDAZIONI

Resta da capire con quali modalità si procederà alla risoluzione o alla rescissione dei contratti. Non è da escludere che i manager deposti chiedano ad Atac una corposa buonuscita. Un'opzione che però l'azienda vorrebbe evitare a tutti i costi, anche perché solo nel 2014 ha accumulato un buco da 140 milioni.

L'inchiesta interna dell'azienda ha già fatto emergere un numero record di «guasti» a partire dal 1 luglio, quando anche per i macchinisti è scattato l'obbligo di timbrare il cartellino a inizio e fine turno. Subito dopo l'entrata in vigore del badge, i conducenti hanno iniziato uno sciopero bianco per rallentare il servizio e costringere i vertici di Atac a ritirare la riforma, che comprende anche la cancellazione di una serie di bonus che prima finivano in automatico in busta paga e che ora invece saranno legati alla produttività e all'effettiva presenza in servizio.

I NUMERI

I numeri parlano chiaro: a partire dal 1 luglio i treni «scartati» per malfunzionamenti sono aumentati del 200% rispetto a giugno. E si è registrato addirittura un + 300% rispetto alle prime tre settimane di luglio dello scorso anno. A segnalare i guasti sono gli stessi macchinisti, durante le manovre di prova prima di iniziare la corsa. Da regolamento, se trovano problemi, il mezzo deve obbligatoriamente tornare in deposito per essere riparato. È da qui che nascono i tempi d'attesa monstre degli ultimi 26 giorni.

Anche ieri la circolazione ha subito forti rallentamenti: ritardi sulla Metro A e B, corse ogni 30 minuti sulla Roma-Lido. Oggi era in programma l'ennesimo sciopero, il quinto degli ultimi quattro mesi. Ma per gli autisti di Atac e Roma Tpl e i macchinisti della metro scatterà la precettazione disposta dal prefetto Franco Gabrielli «per evitare un altro giorno di passione ai romani».

Macchinisti e autisti sono però sempre sul piede di guerra e per mercoledì hanno organizzato una manifestazione sotto al Campidoglio. In tanti apprezzano la decisione del sindaco Marino di azzerare il consiglio d'amministrazione dell'Atac e di rimuovere dall'azienda alcuni dirigenti. Alla lista dei licenziamenti sta lavorando il nuovo direttore generale Francesco Micheli: nell'elenco dovrebbero finire 10 manager dell'area produzione e dell'area amministrativa. Al momento non sembrerebbero in programma sostituzioni al vertice dei settori metro-ferro e bus.

IL SIT-IN

Mercoledì, dalle 14 alle 20, all'ombra del Marc'Aurelio, ci saranno anche i pendolari, in particolare della Roma-Lido, che ogni giorno deve fare i conti con guasti e disservizi che hanno portato, una decina di giorni fa, ad una fitta sassaiola contro la cabina di guida di un macchinista. Su Facebook, c'è chi ironizza e prepara già le t-shirt del «Disagio pubblico».

lorenzo.decicco@ilmessaggero.it

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