Le prova tutte Atac per tentare di risalire la voragine da profondo rosso dei suoi conti in bilancio. Soprattutto non può più permettersi il lusso, per via del contenzioso con Roma Tpl che ha chiesto il pignoramento per 77 milioni all'azienda, di concedere ai suoi passeggeri di viaggiare gratis, ovvero senza biglietto. Le percentuali di evasori sono talmente elevate che in certi bus di periferia il picco arriva a cifre dell'80-90 per cento. Scatterà nei prossimi giorni il piano-antievasori.
LA RELAZIONE
Lo ha presentato ieri mattina in commissione Mobilità in Campidoglio, lo stesso amministratore delegato Atac Danilo Broggi. Che ha promesso, a breve, più task-force di controllori non solo sui mezzi ma alle fermate e ai capolinea: «I controlli - ha spiegato - verranno effettuati all'entrata, nel momento in cui si sale sugli autobus.
TAGLI E RINCARI
Ieri, intanto, Atac ha presentato ai sindacati il nuovo Piano industriale. «Dovrebbero chiamarlo piuttosto Piano di rientro - tuona Stefano Bottoni, della segretria Sul -. L'azienda si prepara a varare dal 1 gennaio il rincaro degli abbonamenti. Da 250 euro a 280 per quello annuale, da 35 a 38,5 per il mensile. Il tutto a fronte di quella che chiamano “riorganizzazione” per mascherare tagli alle linee dei pendolari». Guai e dolori non arrivano solo dal contenzioso con la Roma Tpl, in ballo ci sono anche i debiti accumulati con Cotral e il sistema Metrebus: quote di partecipazione che valgono altre decine di milioni che Atac negli anni non ha mai versato e di cui potrebbe essere chiamata a rispondere. L'azienda, tra le varie misure di contenimento dei costi, ha proposto un taglio del 20 per cento sui permessi sindacali. «Troppo poco - hanno sentenziato Francesco Sorrentino e Gianluca Donati, della Fit-Cisl - Nel piano il taglio si attesta al 20% mentre per noi la percentuale può essere del 30%. Come sindacati dobbiamo dare per primi l'esempio».