Caso Ama, sfuriata di Marino agli assessori
Lite in giunta sui responsabili

Il sindaco di Roma Ignazio Marino
di Simone Canettieri
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Sabato 12 Luglio 2014, 02:06 - Ultimo aggiornamento: 17:35
Da una parte un sindaco furioso, entrato nella Sala delle Bandiere con la fronte aggrottata e pronto a far saltare teste come Louis Antoine de Saint-Just.

Dall’altra, molti assessori, a partire da Estella Marino, la responsabile dell’Ambiente, che provano a farlo calmare. Un coro di colombe - la Marino, Ozzimo e Improta su tutti - alle prese con un sindaco pulp.



«Ignazio, aspettiamo a sostituire i dirigenti dell’Ama, altrimenti - è stato il ragionamento di un bel pezzo di esecutivo capitolino - se la situazione non cambiasse subito diventerebbe un boomerang per tutti noi. A partire da te». In mezzo, il numero uno della municipalizzata, Daniele Fortini, convocato l’altra notte per questa giunta d’urgenza - terminata alle 2 dopo tre ore di discussione - nelle vesti del dialogante.



LE VERSIONI

Il dibattito è stato lungo e a tratti teso. Il chirurgo dem è entrato deciso in riunione, intenzionato ad affondare il bisturi contro i sabotatori, «contro chi in maniera scientifica non fa uscire Roma dall’emergenza rifiuti». Poco prima durante la visita al Cinecittà village aveva spiegato: «Voglio i nomi di tutto l’organigramma, area per area per punire chi tradisce».



E proprio su questo fronte si è consumato un dialogo, che il giorno dopo a conferenza stampa digerita, viene declassato da alcuni assessori dallo scontro «alla diversità di vedute». Ma pur sempre sostanziali.



LA METAFORA

Tanto che l’omonima del sindaco - che non rischia però la poltrona, come assicurano gli spifferi del Campidoglio - a un certo punto si è sfogata attraverso un’immagine rubata alla letteratura: «Io personalmente adoro Pennac, ma secondo me individuare Malaussene non serve a risolvere i problemi».



Il signore francese citato dall’assessore all’Ambiente è il protagonista di un ciclo di romanzi di Pennac: veste i panni del capro espiatorio. Che per riportare la discussione tra i cassonetti strapieni sarebbero «le teste da tagliare» subito - il primo nel mirino è il direttore generale di Ama Giovanni Fiscon - per dare un messaggio forte all’esterno.



Idea che non piace affatto alla maggioranza: «Il primo cittadino ha usato una comunicazione troppo aggressiva con i dipendenti Ama», è la linea del Pd.



Ma tant’è che davanti alle resistenze di parte della giunta, l’altra notte il sindaco ha perso la pazienza: «Bisogna dare un segnale forte, la situazione deve cambiare alla svelta, altrimenti la prossima volta che un romano mi ferma per strada per dirmi che c’è immondizia ovunque lo faccio parlare con voi». Un «voi» esteso agli assessori-colombe ma forse - nessuno si è però soffermato troppo sulla questione - anche a Fortini.



L’INTESA

Alla fine della giunta si è arrivato al piano, illustrato ieri in Campidoglio con l’immagine ricomposta del sindaco in mezzo all’ad Ama e all’assessore Marino. Per ora, dunque, il primo cittadino continuerà a tenere la ghigliottina nella sua stanza, vicino al tapis roulant, in attesa che l’inchiesta interna faccia il proprio corso. Poi via Calderon della Barca potrebbe trasformarsi in una nuova Place de la Concorde.
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