Rifiuti, la rivoluzione dell'Ama: più servizi e meno tasse, ​in arrivo investimenti per 350 milioni

Rifiuti, la rivoluzione dell'Ama: più servizi e meno tasse, ​in arrivo investimenti per 350 milioni
di Mauro Evangelisti
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Martedì 12 Agosto 2014, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 12:37
Investimenti per 350 milioni di euro, un’Ama pi presente nei municipi, gli eco distretti da realizzare rapidamente perch senza impianti moderni Roma sarà sempre a rischio emergenza e sprechi di denaro. Ancora: il 20 per cento di spazzamento delle strade in più in tre anni, ma anche più mezzi in funzione già oggi (erano il 54 per cento nel 2013, oggi il 64). Ecco, in sintesi, il piano industriale dell’Ama, illustrato ieri mattina alla giunta. «A regime - promette il presidente Daniele Fortini - offriremo un servizio migliore e potrà esserci una riduzione delle tariffe».



SETTEMBRE

Ma quando il discorso ha toccato il tema del nuovo tritovagliatore già collaudato a Rocca Cencia, il sindaco Ignazio Marino ha fermato lo sguardo sul presidente Fortini, e sull’assessore all’Ambiente, Estella Marino. Come dire: «Siamo pronti, sì, per quando aumenterà la produzione dei rifiuti?». Se c’è una cosa che Roma e il Campidoglio non si possono permettere è una nuova emergenza, con alcuni quartieri ricoperti da rifiuti poiché gli impianti sono insufficienti, come è successo prima delle ferie. Fortini ai suoi collaboratori lo ripete sempre: «A settembre non si può sbagliare, dobbiamo lavorare al massimo per essere pronti». Ecco così i vari paracadute: il tritovagliatore (si è parlato di acquisirne un secondo), l’ipotesi di siglare nuovi accordi fuori dal Lazio e all’interno della regione con altri impianti, e la riorganizzazione del personale.



NO DISCARICA

E qui si torna al tema dell’incontro di ieri mattina, in cui Fortini ha presentato a tutta la giunta comunale il piano industriale 2014-2016, quello che di fatto deve preparare l’Ama per il 2017, una sorta di anno zero, di rinascita - almeno si spera - per la gestione dei rifiuti a Roma. Se tutto andrà come previsto sulla carta, si passerà dalla metropoli degli ultimi decenni che buttava tutta la spazzatura nella grande buca di Malagrotta a una città modello che ricicla il 65 per cento dei rifiuti, tratta tutto il resto, ha gli impianti per riciclare e valorizzare (e dunque fare soldi) il materiale. Roma ridimensiona la politica del termovalorizzatore: il piano dell’Ama dice no alle tre linee che vorrebbe attivare la Colari a Malagrotta. E farà a meno della discarica (su questo Fortini è più ottimista, Estella Marino più prudente ipotizza comunque la necessità di una piccola discarica di servizio).



ASSENTEISMO

Sia chiaro, questo per ora è solo ciò che è scritto sulla carta, l’applicazione pratica è assai complicata, ma a coronare lo scenario californiano (nel senso di San Francisco, capofila della politica Zero Waste, vale a dire di riduzione dei rifiuti) ci sarà un’azienda che funziona, più agile (l’idea con il blocco del turnover è di ridurre di 500 unità l’organico) in cui l’assenteismo vicino al 20 per cento sarà solo un ricordo della preistoria. Su questo Marino in questi mesi ha alzato la voce, infuriato per troppi operatori a casa ogni giorno. Fortini: «Da quando abbiamo iniziato ad affrontare con una particolare attenzione il problema dell’assenteismo abbiamo recuperato 152 operai al giorno a lavorare che in precedenza non erano sfruttati al meglio. E questo vuol dire avere recuperato 6.000 ore alla settimana in più con i benefici nella raccolta urbana e nello spazzamento».



ORGANICI

In sintesi, nel paradiso promesso del 2017 l’Ama sarà un’azienda con meno dipendenti (da 7.800 a 7.300) che però lavorano di più e meglio. E più presenti sul territorio, perché anche su questo Fortini ha spiegato come cambierà Ama: nelle slide illustrate alla giunta ha promesso che «la nuova organizzazione territoriale prevede un modello fortemente orientato al servizio dei territori e dei cittadini, un nuovo contratto di servizio e un piano regolatore dei rifiuti, con un forte coinvolgimento dei Municipi». Cosa comporta? «Sedi operative dislocate nelle vicinanze delle zone da servire».



ECODISTRETTI

Si tratta della sfida più importante, perché oggi Roma non ha impianti per la lavorazione dei vari materiali, per cui una pratica virtuosa come la differenziata causa maggiori costi. Bene, mentre saranno diffuse le isole ecologiche dove portare i rifiuti ma anche i cassonetti interrati, si partirà con il primo eco distretto (a Rocca Cencia). Le sedi degli altri tre non sono ancora state decise, non si può escludere che uno o due siano oltre i confini comunali, mentre è già stata cancellata l’ipotesi di Ponte Malnome, zona di Valle Galeria e dunque di Malagrotta. Fortini: «Siamo rimasti ancorati alla logica per cui quando il rifiuto viene conferito per il trattamento genera automaticamente il degrado. Noi dobbiamo dissociare questi termini: i luoghi dove si lavorano i rifiuti sono ”luoghi risorsa” e le attività che vi si svolgono sono salubri e possono generare ricchezza».



MATERIALI

In ogni eco distretto si potranno recuperare vetro, plastica, carta, legno, organico e metallo, servirà uninvestimento da 200 milioni di euro, ma ci sarà un ritorno economico di 120 milioni. In sintesi, ha spiegato Fortini: un milione di tonnellate annue di rifiuti differenziati nel 2017 finiranno negli ecodistretti, le 600 mila indifferenziate «saranno comunque trattate per essere riciclabili nella maggior parte dei casi».
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