“060606”, il sindacato: centralinisti a rischio licenziamento

“060606”, il sindacato: centralinisti a rischio licenziamento
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Martedì 7 Ottobre 2014, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 18:22
L'assemblea capitolina ha approvato all'unanimità una mozione che impegna il sindaco di Roma Ignazio Marino e la sua giunta a verificare se esistono delle garanzie per i lavoratori del call center 060606 il cui servizio è oggetto di una gara. E a non delocalizzare il servizio. La mozione, presentata dal Pd e sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, prevede di verificare urgentemente «la disponibilità ad assorbire i lavoratori a rischio licenziamento», «la volontà a non delocalizzare il servizio fuori Roma» e «l'impegno a non toccare le retribuzioni dei lavoratori». «È una mozione rilevante - spiega il capogruppo del Pd in Campidoglio Francesco D'Ausilio - perchè questa vicenda rischia di assomigliare a quella della Multiservizi. È stata una mozione condivisa da tutti i gruppi consiliari ed impegna il sindaco Marino, non appena sarà aggiudicata la gara, a convocare un'impresa giudicatrice per avere tre risposte molto chiare: se c'è un impegno ad assorbire i 280 lavoratori, se c'è un impegno a non delocalizzare il call center fuori Roma e se si garantiranno le medesime condizioni contrattuali e retributive». «È una vicenda molto rilevante che bisogna affrontare subito per evitare che ci sia tensione sociale ed emorragia occupazionale».



Il sindacato «Nei giorni scorsi sono state aperte le buste di due importanti gare di appalto del Comune di Roma, ora in fase di aggiudicazione,una per il servizio 060606, l'altra per i servizi e il centralino di Acea, azienda controllata al 51% dal Comune. Per entrambe le gare si prospetta un cambio dell'azienda appaltatrice e per circa 700 lavoratori, da anni impiegati su tali commesse, si profila lo spettro del licenziamento». Così, in una nota, Fabrizio Micarelli, segretario della Slc Cgil di Roma e del Lazio. «Nulla da dire sul cambio dell'ente appaltatrice - continua - se fossimo in presenza di un sistema di regole certe e di garanzia anche per le lavoratrici e i lavoratori, al pari di quanto avviene in altri settori e in altri paesi europei. Ci troviamo invece di fronte a un cambio del fornitore da parte del Comune di Roma, solo ed esclusivamente per abbattere i costi dell'appalto senza tener conto della qualità e della professionalità che le lavoratrici e i lavoratori possono ancora offrire alla cittadinanza, considerandoli di fatto una variabile indipendente dell'appalto. Questo per noi è inaccettabile».



«Sarebbe sufficiente che il sindaco Marino applicasse la clasola sociale per garantire la continuità occupazionale per salvarli dal licenziamento - aggiunge -.
Sono mesi che come sindacato abbiamo denunciato al Comune di Roma il rischio licenziamenti qualora non si fosse intervenuti a modifica dei capitolati di appalto, da mesi continuiamo a ricevere rassicurazioni e solidarietà da singoli rappresentanti politici locali. È arrivato il momento che Marino intervenga con un atto concreto e chiuda positivamente la vicenda per le lavoratrici e i lavoratori. Se si vuol salvare il mondo dei call center in Italia, basta modificare la legge sugli appalti evitando il massimo ribasso, inserendo clausole sociali e recependo correttamente le direttive europee in materia. Altro che articolo 18 e job act».
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