Rieti, oggi la decisione del Tar
sulla discarica di Poggio Nativo

Fonte Nocera
di Raffaella Di Claudio
2 Minuti di Lettura
Martedì 7 Luglio 2015, 05:47 - Ultimo aggiornamento: 13:07
POGGIO NATIVO - E' fissata per questa mattina la camera di consiglio della seconda sezione bis del Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio che dovrà decidere se confermare - fino alla discussione nel merito del ricorso presentato dai membri del comitato No discarica Fonte Nocera e dai cittadini della Valle dell'Olio - la sospensione, imposta fino a oggi dal presidente della sezione, degli atti e dei lavori per la realizzazione dell'impianto di trattamento inerti nella valle di Carlo Corso a Poggio Nativo. Ricorso che come hanno anticipato i tre consiglieri di minoranza di Poggio Nativo, Veronica Diamilla, Livio Guidi e Moreno Giuliani, punta soprattutto sull'inquinamento e la zonizzazione acustica dell'area interessata dall'impianto. «L'8 giugno - spiegano i tre membri dell'opposizione - con delibera 8/2015 il Consiglio con il voto favorevole di tutti i consiglieri di maggioranza ha approvato un piano di zonizzazione acustica che non rispetta quanto previsto dall'articolo 7, c.1 lettera a della legge regionale numero 18/2001 che impone di limitare microsuddivisioni del territorio attraverso la previsione di zone acusticamente omogenee. E viola anche l'articolo 4 comma1, lettera a della legge 447/1995 secondo cui non è possibile effettuare un salto superiore a 5 decibel tra terreni confinanti. Ora, ad approvazione avvenuta - continuano i tre consiglieri - speriamo che ArpaLazio e Regione, cui avevamo inviato una richiesta di intervento e ci avevano risposto che ”non si ha competenza specifica nella fase di emanazione” e che ”i poteri di controllo e la vigilanza si esplicano solo a valle dell'emanazione”, possano intervenire». Del resto a sentire la minoranza Primavera, la Regione aveva già chiesto, senza esito, il perfezionamento del piano acustico al Comune.

«In ben due note, una dell'ottobre 2013 e una del dicembre 2014 - sostengono Diamilla, Guidi e Giuliani - la Regione aveva fatto notare queste incongruenze e chiedeva il perfezionamento del piano, cosa a cui il Comune non ha ritenuto di dover dar seguito. Come se non bastasse, la modifica del piano è ad personam, riguardando esclusivamente otto particelle catastali su cui la Ress srl vuole realizzare l'impianto e una, sempre di proprietà della Ress srl, su cui il Comune intende realizzare un'isola ecologica e un impianto di compostaggio con finanziamenti pubblici».