Dopo un’agonia durata undici giorni e l’amputazione di entrambe le gambe, l’uomo è deceduto al policlinico Gemelli di Roma, dove i sanitari avevano osato l’impossibile pur di rendergli salva la vita. Ma l’infezione interna l’ha avuta vinta sul fisico robusto dell’uomo, spirato tra le braccia della moglie Cinzia e del figlio Marco.
Un lutto che ha colpito l’intera provincia, tanto che ieri la statale via Tancia era ricolma di macchine e di gente venuta a portargli l’ultimo saluto. La chiesa gremita in ogni angolo non ha potuto contenere i tanti amici, parenti e colleghi di lavoro di Paolone, tanto che la stragrande maggioranza è dovuta rimanere all’esterno.
Sulla bara la bandiera dell’Inter, la squadra di cui Paolo era tifoso e che seguiva con tanto entusiasmo: all’interno la divisa del Rione Larghetto, una divisa di cui lui era fiero perché attestava la sua attività socio-culturale al servizio del paese e i cui risultati si sono resi evidenti ieri, dalla folla di amici che è andata a salutarlo, a conferma che l’amore donato con spirito puro riesce a raggiungere l’anima dei più.
A officiare la santa messa il parroco don Danny che, visibilmente commosso, ha richiamato i presenti all’amore e alla preghiera per questa famiglia colpita nell’anima.
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