RIETI - Strana e per certi aspetti inquietante per le domande che suscita, la scoperta fatta al fosso Cantaro, che scorre in prossimit del cimitero comunale di Rieti. Nel tratto del corso d’acqua di fronte ai bagni degli uomini, c’è un osso. Un osso lungo, di cui si vede bene una sola epifisi, una sola estremità, mentre l’altra rimane più difficile da tratteggiare, perché nascosta dal riflesso dell’acqua (limpida, alta non più di una trentina di centimetri), dalla vegetazione in superficie, dai sassi e da alcuni vegetali acquatici.
L’osso, a prima vista, considerate le condizioni, potrebbe esser lì da tempo o esser scivolato da una parte più a monte del corso d’acqua, ma non è difficile avvistarlo: dalla porta dei bagni pubblici del cimitero reatino - che si trovano nello spiazzo di fronte all’entrata principale - basta fare qualche passo verso il piccolo fossato e guardare sul fondo sassoso.
Essendo sott’acqua – comunque limpida - è difficile stimarne le dimensioni: l’acqua stessa potrebbe fare da lente, ingrandendolo. Non potendo stimare le dimensioni ed essendo difficile valutare l’altra epifisi, non è semplice capire a che essere vivente possa esser appartenuto.
Urge dunque un approfondimento degli enti preposti per fare chiarezza sulla natura della scoperta e come quell’osso sia finito lì.