Rieti, protesta dei tifosi della Npc
per l'utilizzo del PalaSojourner
Presente Feliciangeli / Le foto

La protesta
di Luigi Ricci
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Martedì 7 Luglio 2015, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 00:33

RIETI - “Giù le mani dal palazzo. Questa è casa nostra”. E’ parte del contenuto degli slogan scritti negli striscioni affissi al cancello del PalaSojourner intorno alle 20 dagli Old Fans e dagli Amici della Sebastiani per manifestare contro la paradossale situazione creatasi attorno all’impianto di Campoloniano a poco più di 20 giorni dalla festa per la promozione in A2 della Npc celebrata sul parquet di Forlì e proseguita a Rieti.

LA MANIFESTAZIONE

Presenti in tutto una cinquantina di persone, oltre ad alcuni membri dello staff della società e a Roberto Feliciangeli.

Suggestiva la foto dei ragazzi della curva, avvolti da fumogenii amarantocelesti, davanti al cancello del PalaSojourner e agli striscioni, a testimonianza e ricordo di una giornata che, si spera, non preluda al peggio. Cori e sbandieramenti sono andati avanti per una buona mezz’ora mentre ci si interrogava sulle prossime mosse della Provincia, sulla mediazione del Comune ma, soprattutto, su quelle del presidente Cattani. “L’Npc resterà a Rieti? Andrà a Marsciano? O, peggio, rinuncerà?” si chiedevano increduli gli sportivi presenti aggiungendo le più svariate considerazioni.

Una situazione paradossale e che pareva ormai definitivamente superata anche se Cattani era sempre rimasto prudente. Intanto il conto alla rovescia continua a scorrere.

I TEMPI

L’iscrizione scade il 9. Le carte sono tutte pronte, inclusa la lettera di disponibilità del PalaSojourner, che però sarà depositata solo quando i costi di gestione dell’impianto (per la prima squadra e le giovanili) saranno chiari al presidente. Considerando i tempi burocratici e quelli per un’ultima mediazione tra le parti da fare tra martedì e mercoledì, in realtà tutto deve essere definito entro la serata dell’8, sperando di poter smentire quegli striscioni affissi alla cancellata del PalaSojourner e iniziare a pensare finalmente all’A2 e agli americani. Anzi, come diceva Italo Di Fazi, “A li niri”.

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