IL NUOVO ANDREW
C'era bisogno di una svolta. Era arrivato il momento di cambiare, la decisione di staccarsi dalla mamma-allenatrice Rene' Felton non era più rinviabile. Il suo manager, Mario Bassani, gli ha suggerito di rivolgersi a Yannick Tregaro, il giovane tecnico svedese, 37 anni, artefice dei successi del triplista Olsson. E il più grande talento dell'atletica italiana dopo Mennea, con lui, pare aver ritrovato la forza di pensare in grande. «Ero partito senza alcuna speranza, ero a terra, anche psicologicamente - rivela - Avevo perso tutta la fiducia in me stesso, non sentivo più la forza di fare nulla. Lo confesso: ha anche pensato di smettere. Stavo facendo Ballando con le stelle e non credevo più nel mondo dell'atletica, sentivo che non mi divertiva più».
CAMBIO DI MENTALITÀ
La domanda sorge spontanea. Perché non ha cambiato prima? «Sì, forse avrei dovuto farlo - ammette - Ma con il senno del poi è facile dirlo. Se non ho cambiato prima è perché non avevo toccato ancora il fondo». Ragiona con serenità e consapevolezza: «Dal 2011 ho avuto solo problemi, una vita in continuo disordine - spiega - Adesso, grazie a Tregaro, ho capito che non è più tempo di sprecare il mio talento. Basta vivere nel rimorso. Mi ha visto spento, all'inizio, e mi ha detto: ragazzo, tu hai saltato otto metri e mezzo cadendo in piedi, ti rendi conto? Chi te l'ha detto che non puoi rifarlo?». Racconta, Andrew Howe, di essere ripartito da zero: «Dall'abc. Mi ha fatto fare skip, esercizi di base - afferma - Era titubante, voleva capire come e dove poter mettere le mani. Alla fine mi ha detto: tu sei un saltatore, non un velocista. Quindi salterai».
I PROGETTI
Il 26 giugno si comincia, con l'esordio in Finlandia. Prima, alternerà gli allenamenti tra Formia (fino a mercoledì) e Göteborg. A metà giugno, raduno a Malaga, in Spagna. La tabella di marcia è impostata su Rio 2016, ma se le cose andranno bene, potrà pensare anche ai Mondiali di Pechino di agosto. Servirà 8.10, misura che manca da cinque anni ma che l'Howe dei vecchi tempi saltava a colazione. «Finalmente ho un obiettivo da raggiungere - conclude - ho pensato troppo a fare 20 secondi netti nei 200 e ho dimenticato chi sono: un saltatore in lungo». Primatista italiano e vicecampione del mondo, tra l'altro.