Rieti, Howe riprende quota
e ora sogna in grande

Andrew Howe
di Nazareno Orlandi
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Sabato 16 Maggio 2015, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 15:35
RIETI - Andrew Howe torna a ruggire e sogna le olimpiadi di Rio. Si è allenato anche il giorno del suo trentesimo compleanno, martedì. Rivela di aver pensato di smettere con l'atletica, durante Ballando con le stelle, e di essere rinato grazie al nuovo allenatore Yannick Tregaro. Destinazione Olimpiadi di Rio: «Tu puoi vincerle», gli ha detto il tecnico svedese. Le discese ardite e le risalite di Andrew Howe passano per Göteborg. Quattro mesi in Svezia gli hanno fatto tornare la voglia di volare lontano. E gli hanno permesso di risolvere il ballottaggio tra salto in lungo e velocità. Salterà soltanto. Seguirà il consiglio del suo nuovo coach, a partire dal 26 giugno, a Vaasa, in Finlandia, per la prima gara ufficiale della stagione, nella quale potrà verificare gli effetti del nuovo percorso - anche di vita - iniziato a gennaio. Per ora, il morale è alle stelle e la sequenza interminabile di infortuni che lo ha travagliato (doppia operazione al tendine d'achille sinistro) pare non preoccuparlo più di tanto.

IL NUOVO ANDREW

C'era bisogno di una svolta. Era arrivato il momento di cambiare, la decisione di staccarsi dalla mamma-allenatrice Rene' Felton non era più rinviabile. Il suo manager, Mario Bassani, gli ha suggerito di rivolgersi a Yannick Tregaro, il giovane tecnico svedese, 37 anni, artefice dei successi del triplista Olsson. E il più grande talento dell'atletica italiana dopo Mennea, con lui, pare aver ritrovato la forza di pensare in grande. «Ero partito senza alcuna speranza, ero a terra, anche psicologicamente - rivela - Avevo perso tutta la fiducia in me stesso, non sentivo più la forza di fare nulla. Lo confesso: ha anche pensato di smettere. Stavo facendo Ballando con le stelle e non credevo più nel mondo dell'atletica, sentivo che non mi divertiva più».

CAMBIO DI MENTALITÀ

La domanda sorge spontanea. Perché non ha cambiato prima? «Sì, forse avrei dovuto farlo - ammette - Ma con il senno del poi è facile dirlo. Se non ho cambiato prima è perché non avevo toccato ancora il fondo». Ragiona con serenità e consapevolezza: «Dal 2011 ho avuto solo problemi, una vita in continuo disordine - spiega - Adesso, grazie a Tregaro, ho capito che non è più tempo di sprecare il mio talento. Basta vivere nel rimorso. Mi ha visto spento, all'inizio, e mi ha detto: ragazzo, tu hai saltato otto metri e mezzo cadendo in piedi, ti rendi conto? Chi te l'ha detto che non puoi rifarlo?». Racconta, Andrew Howe, di essere ripartito da zero: «Dall'abc. Mi ha fatto fare skip, esercizi di base - afferma - Era titubante, voleva capire come e dove poter mettere le mani. Alla fine mi ha detto: tu sei un saltatore, non un velocista. Quindi salterai».

I PROGETTI

Il 26 giugno si comincia, con l'esordio in Finlandia. Prima, alternerà gli allenamenti tra Formia (fino a mercoledì) e Göteborg. A metà giugno, raduno a Malaga, in Spagna. La tabella di marcia è impostata su Rio 2016, ma se le cose andranno bene, potrà pensare anche ai Mondiali di Pechino di agosto. Servirà 8.10, misura che manca da cinque anni ma che l'Howe dei vecchi tempi saltava a colazione. «Finalmente ho un obiettivo da raggiungere - conclude - ho pensato troppo a fare 20 secondi netti nei 200 e ho dimenticato chi sono: un saltatore in lungo». Primatista italiano e vicecampione del mondo, tra l'altro.