Le lunghe mani del Pd
sulle nomine alla Fondazione Varrone

Gino Provaroni
di Alessandra Lancia
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Mercoledì 16 Aprile 2014, 05:47 - Ultimo aggiornamento: 15:48
RIETI - Fondazione Varrone, l'ora del centrosinistra: di queste settimane la designazione da parte della Regione del proprio rappresentante in seno al consiglio d'indirizzo e la scelta caduta su Emiliana Avetti. Emiliana chi? direbbe Matteo Renzi, ma poi viene in soccorso l'organigramma del Pd reatino che alla voce Avetti dice responsabile della comunicazione. Quello che l'organigramma non dice, ma che bisogna sapere per capire qualcosa in più, è che la nomina della Avetti è riconducibile a Valentino Antonetti, tornato in grande spolvero alla casa madre, ed è il primo «esperimento» del «laboratorio» politico per giovani democrat di belle speranze tenuto a battesimo nei mesi scorsi nell'ex convitto San Paolo dell'amico Gino Provaroni.



Il posto in Fondazione Varrone era ambito, quello di spettanza della Regione poi rimanda dritti dritti all'assessore regionale Fabio Refrigeri: la luna di miele seguita al voto e al suo trionfale ingresso in giunta regionale è finita da un pezzo e ora è tempo di onorare qualche impegno. La sua scelta ha scontentato mezzo partito cittadino - anche se ufficialmente non è filtrato nulla - e sembra aver dato qualche pensiero a Fabio Melilli, fin qui abituato a regnare incontrastato sulla federazione di via Cintia ma dalla rentrée di Antonetti un po' meno.



I NUOVI EQUILIBRI NEL PD

C'è dunque da riaggiornare gli schemi e ripesare gli schieramenti: le elezioni europee, che prevedono le agognate e micidiali preferenze, saranno una interessante cartina di tornasole per capire chi ha portato chi e con quanto seguito nel reatino.

Tornando alla Fondazione Varrone, la Avetti non è l'unica new entry in quota Pd tra i 20 del consiglio di indirizzo della Fondazione, 10 scelti dall'assemblea dei soci e 10 da Regione, Provincia, Comune, Comunità montane, associazioni di volontariato e Camera di commercio. In gennaio anche la Provincia aveva fatto la sua designazione e la scelta era caduta su Roberto Lorenzetti, oggi attivissimo direttore dell'Archivio di Stato ma con alle spalle una lunga militanza politica nel centrosinistra.



La Provincia commissariata però, per salvare almeno la forma, aveva lanciato un bando pubblico per sollecitare auto-candidature. Cinque gli occhiuti reatini che avevano scovato il bando nell'albo pretorio della Provincia tra il 20 e il 30 dicembre e si erano fatti avanti. Poi la scelta è caduta su Lorenzetti, forte della sua attività di storico e ricercatore. Resta ora una terza casella da riempire ed è quella del comune di Rieti: a scegliere sarà il sindaco Simone Petrangeli. Ma certo il Pd ha già avuto.