Rieti, gli Europei ripartono
verso il decisivo rush finale
Le speranze dei piloti italiani

Luca Urbani
di Giacomo Cavoli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Agosto 2015, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 01:04
RIETI - L'attesa - si spera - è quasi finita: dopo domenica e lunedì, ieri ancora un giorno di stop ai campionati europei di Rieti, ma già da oggi, dopo il meteo condizionato dalla depressione del nord Europa che ha fatto precipitare l'anticiclone anche sul suolo italico, si dovrebbe tornare in volo per gli ultimi tre giorni di competizione. In realtà, a conti fatti, sarebbero due: se infatti venerdì i decolli saranno comunque possibili, il picco massimo di esasperazione agonistica, il campionato europeo l'avrà raggiunto giovedì: prima di una partenza che, per i piloti europei più fortunati, non prenderà in considerazione meno di 500-600 km di viaggio fino al ritorno a casa, alle premiazioni di sabato mattina allo stadio Guidobaldi nessuno dei volovelisti in gara vorrà preoccuparsi di un aliante magari danneggiato da un fuoricampo nell'ultimo, sfrenato giorno di volo sperando di rosicchiare punti preziosi. Ufficiosamente, la linea della direzione di gara resta quindi quella di un'ultima giornata con percorsi di volo non particolarmente difficili; il bello, è in programma tra oggi e domani, quando il vento post frontale dovrebbe finalmente spazzare il cielo reatino, garantendo finalmente tre giorni da Mecca del volo silenzioso come tutti la conoscono.



RIMORSI E OBIETTIVI MINIMI

A Casa Italia tre giorni a terra sono utili per ricaricare le batterie, briefing molto più rilassati dei cinque azzurri insieme al team capitan Paola Lanzieri e bilanci personali; qualcuno, ancora impegnato ad accettare le proprie sbavature di gara. "I primi giorni stavano andando bene, ma non riesco a perdonarmi il fuoricampo di venerdì scorso" si tormenta Luca Urbani (nella foto), riferendosi al temporale della settima giornata, in grado di mettere in ginocchio previsioni meteo, piloti e direzione gara e far uscire di scena dalla Standard anche Vittorio Squarciafico, con l'aliante danneggiato nel fuoricampo a Civitella Roveto. Il medico reatino - sedicesimo assoluto in classe Club, su venti piloti - è atterrato invece all'aviosuperficie di Carsoli, "ma l'uscita dalla bassa quota c'era, verso il lago del Salto, dove si intravedeva un po' di luce, e in effetti, poi, ho visto qualcun altro che era riuscito a risalire. Avrei chiuso con molto ritardo la gara, ma almeno l'avrei conclusa; in una competizione internazionale, ogni stupidaggine diventa un buco enorme, e ora il podio mi sembra davvero impossibile da raggiungere. L'obiettivo minimo, adesso, è provare a recuperare qualche posizione". Venerdì non era andata meglio neanche al compagno di Club Davide Schiavotto, un posto avanti ad Urbani, in classifica; il vicentino è atterrato anche lui poco più in là, "uno degli errori che non riesco a perdonarmi. Ma resto fiducioso, anche se le aspettative con le quali avevo iniziato quest'Europeo non ricalcano la situazione attuale". Insieme ai due azzurri, nella Club i fuoricampo della settima giornata di volo sono stati in tutto quattro: una minoranza che non lascia dormire sonni tranquilli alla coscienza di Casa Italia.



VITTORIO PINNI, SPERANZA DI TRICOLORE NELLA STANDARD

Riccardo Brigliadori, dopo il quarto posto in Libera agli Europei di Őcsény a luglio in Ungheria e di passaggio a Rieti nei giorni scorsi, per Vittorio Pinni aveva sfoderato la definizione di un pilota al lavoro "con costanza da ragioniere". Pinni resta la speranza più grande del tricolore italiano sul podio della Standard: terzo assoluto dei candidati a medaglia - se si esclude il fuori concorso neo-zelandese John Coutts, primo - sempre fra i migliori nelle classifiche di giornata fino a mercoledì, calma e nervi saldi nel volo più nero di tutto l'Europeo, poi una risalita durante l'ultimo giorno utile di sabato, mai troppo sopra le righe, ma nemmeno tenacia sotto le scarpe: "Ringrazio Riccardo per l'elogio sulla costanza, ma non mi sento troppo ragioniere - scherza Pinni - sono più libero e fantasista. Qui restiamo "aggressivi ma guardinghi", come ci piace scherzare fra noi - prosegue - e con questa meteo così strana e insidiosa, che non ricorda affatto quella tipicamente reatina, non ho voluto rischiare troppo fino ad ora, ma non mi metto comunque a far tattica. Valuteremo se l'ultimo giorno di gara potrò tentare la zampata finale".



15 METRI ALL'ULTIMO PILONE

Serpeggia viscida un po' d'amarezza nel cuore di Giorgio Galetto, non ne fa mistero neanche lui. Giornate così incerte, senza il vento da sud-ovest che si aspettava per sfoderare il volo in dinamica sui costoni rocciosi, specialità del volovelista di montagna, non lo hanno visto sorridere come negli anni passati, quando si trattava soltanto di Coppa del Mediterraneo. "Sì, un'estate così, a Rieti, non è il massimo - spiega il due volte campione mondiale della 15 metri, afflitto dal vento di est che sta momentaneamente cambiando reputazione alla Valle Reatina - Avrei voglia di poter fare di più, ma è come sentire di non averne le possibilità". Nella 15 metri Galetto, insieme a Luca De Marchi, è uno dei grandi sopravvissuti al fuoricampo di massa della prima giornata, con dodici atterraggi al Ciuffelli su ventiquattro decolli: quasi ultimo il secondo giorno, è tornato a sorridere sesto e quinto fra la terza e quarta giornata, poi di nuovo giù nel Grande Nero di venerdì e a metà l'ultima di sabato; adesso decimo assoluto, sempre dietro, poco o tanto, a De Marchi, vincitore del volo corto di sabato condotto a velocità record (166 km orari di media) e ottavo assoluto. "Peter Hartmann (l'austriaco primo in classifica, ndr) è davvero troppo lontano - commenta De Marchi - ma i due francesi che gli sono dietro, Christophe Ruch e Louis Bourdelique, restano già più abbordabili".



Task e classifiche all'indirizzo: http://www.soaringspot.com/en_gb/18th-fai-european-glider-championship-rieti-rieti-2015/
© RIPRODUZIONE RISERVATA