Rieti, dieci anni fa la storica
e indimenticabile promozione in C2
Tutte le foto dei festeggiamenti

Gianluca Polverino festeggia la promozione in C2: era l'8 maggio 2005
di Christian Diociaiuti
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Venerdì 8 Maggio 2015, 02:08 - Ultimo aggiornamento: 07:35

RIETI - Dieci anni. Tanti ne sono passati dalla storica promozione del Rieti in Serie C2, che ricorre oggi, 8 maggio. “Non ci credeva nessuno - dice il tifoso Fabio Santoprete. - Quel giorno c’erano le comunioni e la gente scavalcava le recinzioni con gli abiti da cerimonia.

Ricordo il segretario Giancarlo Palma in lacrime. Io quel giorno decisi di diventare un ultras: il 2005 è tatuato sul mio braccio”. Una data indelebile. Come non si può cancellare lo sciabordio di uno Scopigno da urlo, con migliaia di tifosi assiepati sugli spalti del Centro D’Italia. Se ne contarono, alla fine, oltre 5mila, con tanto di bandieroni e striscioni. E una festa che si trascinò anche per strada, tra clacson e sciarpette. “I tifosi della Rondinella - dice ancora Fabio - dopo averci negato la serie C anni prima, in quel momento, ci applaudivano”.

CHE GIOIA!

La storia sintetica gli sportivi la conoscono tutti: c’è il sole alle pendici del Terminillo, è il finale di stagione 2004/2005 della Serie D, gione E. Il Rieti pareggia al Centro d’Italia 1-1 con la Rondinella, la Sestese perde. Rieti 74 punti, Sestese 72: la Serie C2 è amarantoceleste. Il gol reatino lo segnò Matteo Martini, ma “fu Buzzi a segnare per la Rondinella, e l’anno dopo segnò la vittoria contro Viterbo con noi in C2”, dice ancora Fabio. Era il Rieti di Martini, Polverino, dei fratelli Fabiani. Ma anche, e soprattutto, del presidente Stefano Palombi, del diesse Pierluigi Di Santo e di Sergio Pirozzi, che con quella vittoria si consacrò nell’olimpo degli allenatori.

Proprio domenica Pirozzi ha “festeggiato” questa ricorrenza portando il Trastevere dall’Eccellenza alla D. Lo sappiamo cosa avrebbe detto se il leitmotiv fosse andato di moda anche a quel tempo: “Amatrice fa le cose per bene”. Per benissimo, visto che l’attuale sindaco-allenatore ed ex difensore del Rieti, riportò l’amarantoceleste tra i pro, tra mille genialità fuori dal campo e nello spogliatoio, ma soprattutto sul terreno di gioco.

IL BOMBER POLVERINO

Alla fine la stagione vide il Rieti - già certo della C2 - fuori dalla corsa per lo scudetto dilettanti (lo vinse la Bassano Virtus). In quell’anno, nel gruppo A della D, segnò 28 gol un certo Alex Taribello, ma capocannoniere del gruppo del Rieti, il girone E, fu niente di meno che Mario Artistico, appena lo scorso anno a Rieti. Segnò 23 gol col Monterotondo. Un fenomeno che non è mai esploso realmente. Niente a che vedere con chi, in quella stagione per il Rieti fece tantissimo e che ha lasciato un segno nel calcio reatino, laziale e non solo: Gianluca Polverino. Le più emblematiche sono le foto che lo ritraggono: portato in trionfo dai giocatori, osannato, coccolato, che apre le braccia in segno di vittoria. Segnò undici reti, e il ricordo di quell’8 maggio è tatuato nella sua mente. Anno domini 2005, come sul braccio di Fabio. “E' stata la vittoria più significativa per me in carriera - dice Gianluca Polverino, classe 1979, detto il Cobra, il Chirurgo - poiché coincideva con la nascita della mia prima figlia, Chiara. La chiamai così perché iniziava con la C. Un anno indimenticabile, spero non irripetibile per la città alla quale mi sento legato tanto. Era una squadra forte con uno spogliatoio granitico, tutto capeggiato da Pirozzi. Sergio è stato un maestro calcistico per me. Di quella squadra sono entrati nella mia famiglia Lupetto, De Vizzi, Martini, Costantino Fabiani, Mazziotti. Tutti ragazzi che sento quotidianamente e considero ‘fratelli di Lecce’ (vedi l’Allenatore nel pallone, nda). Ho anche tanti amici reatini fuori dal calcio che sento spessissimo come Max Faraglia, anche lui è diventato un Polverino adottivo”.

LE LACRIME DI PALMA

“Dopo 50 anni tornammo di nuovo nei professionisti - ricorda Giancarlo Palma, storico segretario del Rieti. - Le lacrime di quel giorno non cadevano dagli occhi ma dal cuore. Una stagione esaltante sotto la guida di Di Santo e Pirozzi. Il primo, un sottile e preparato direttore sportivo, il secondo un condottiero vero, che trascinò e spinse tutti noi verso la realizzazione di un sogno. Ricordo che recuperammo 12 punti dalla vetta in poche gare e poi il trionfo. E ricordo con piacere l'allora presidente Palombi, che permise a tutti di realizzare un sogno. Posso dire - conclude Palma - che in quella promozione c'era tutta la voglia di tutti noi di vincere per la città e la maglia”.

DIECI ANNI DOPO

Chissà se e come hanno ricordato l’impresa l’avvocato Stefano Palombi, che solo tre stagioni fa cedette tutto a Riccardo Curci e ad altri due soci, non prima di aver vinto una Coppa Italia; chissà se il dg Di Santo si sarà ricordato di quel gruppo di ragazzi che aveva messo insieme per sognare. Chissà come lo vede Fedeli un Rieti in Lega Pro, se ha voglia di scrivere la storia e far tornare i tifosi a esultare sull’erba dello Scopigno. Questa città ha voglia di calcio, ha voglia di urlare ancora al cielo “siamo tra i pro”. Basta un po’ di programmazione, qualche sforzo in più e quel masterpiece calcistico, con attori diversi, potrebbe ancora andare in scena.

GLI UOMINI DELL’IMPRESA

Questa la rosa del Rieti che l’8 maggio 2005 vinse la Serie D girone E ed approdò in C2.

Portieri: Michele Mangiapelo, Vincenzo Santonico. Difensori: Costantino Fabiani, Marco Mazziotti, Giorgio Perelli, Marco Desideri, Nicola Di Francia, Matteo Dionisi.

Centrocampisti: Fabrizio Bartoli, Agostino De Vizzi, Gianluca Fabiani, Mauro Salvagno, Federico Gentile. Attaccanti: Alessandro De Witt, Simone Di Iorio, Giorgio Galli, Matteo Martini, Gianluca Polverino. Allenatore: Sergio Pirozzi.

Diesse: Pierluigi Di Santo.

Presidente: Stefano Palombi.