La conferma arriva dal sito del ministero dell’Economia e delle Finanze. Basta andare sul portale del Mef e utilizzare l’apposito motore di ricerca dell’addizionale comunale all’irpef. Inserendo il comune e l’anno d’imposta esce fuori una tabella nella quale è inserito il numero della delibera (la tre) la data (11 febbraio 2010, quando alla guida dell’Ente c’era la giunta Mazzeo) e il valore dell’aliquota che è dello 0,5 anche per il 2012.
Ma come è possibile? La risposta è contenuta sotto alla tabella, dopo un asterisco: aliquota non inviata dal Comune e inserita d’ufficio. Proprio così. Evidentemente, per una dimenticanza l’Ente non deve aver provveduto ad inviare, come prevede la Legge, la delibera al ministero che, di conseguenza, non ha potuto registrare l’aumento dell’aliquota. Cosa che, se a impatto potrebbe far pure piacere ai contribuenti che hanno evitato l’aumento per un anno in più, rischia di cadere come una tegola sulla testa dell’Ente e, chiaramente, dei cittadini.
All’aumento dell’aliquota era infatti seguita una previsione di entrate che, stando così le cose, non si è rivelata esatta. A fronte dei 960mila euro di introiti previsti ne sono arrivati 600mila, che, questo è il punto, si dovrebbe tradurre in un buco in Bilancio di 360mila euro. Cosa farà il Comune per riparare alla svista?