Quirinale, l'asse Berlusconi-Alfano può superare quota 240

Quirinale, l'asse Berlusconi-Alfano può superare quota 240
di Claudia Terracina
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Domenica 25 Gennaio 2015, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 10:35
Week end di fuoco ad Arcore, dove si susseguono le riunioni per mettere al punto la strategia per il Quirinale. L'incontro tra Renzi e Berlusconi è fissato per martedì, alle sette e mezza della sera.



Ma già domani mattina i plenipotenziari dei due leader, Denis Verdini per Forza Italia e Luca Lotti per Renzi, si incontreranno in un faccia a faccia che, nelle intenzioni, dovrebbe restare riservatissimo. Saranno i due fiorentini a preparare il terreno per la trattativa di martedì, scorrendo attentamente la lista dei nomi che Renzi e Berlusconi hanno preparato in tutta segretezza. E sempre Lotti e Verdini depenneranno quelli che non hanno possibilità di successo e valuteranno le chances degli altri. Che, raccontano in Forza Italia, «non sono più di due o tre».



CARTE COPERTE

Berlusconi, forte dell'incontro con l'ex delfino, Angelino Alfano, si va infatti convincendo di essere determinante grazie ai 240 voti (i 150 di FI e i 77 di Ncd-Udc che potrebbero arrivare ad oltre 90, più - in caso di accordo - i 42 di Scelta Civica, meno i 30-35 frondisti azzurri) che può mettere sul tavolo. Del resto, anche al Senato, senza Forza Italia l'Italicum si sarebbe impantanato, ragiona con i suoi. Quindi, ripete, «l'accordo con Renzi tiene e proseguiremo con questo schema». Per lui varrebbe la pena tentare la carta Giuliano Amato, anche se sa bene che è il nome che più dividerebbe il Pd.



«Ma - argomenta- sta a Renzi togliere le castagne dal fuoco nel suo partito, dove la fronda è ben più consistente di quella animata da Fitto e dai suoi nel nostro partito».Le ultime notizie arrivate dai frondisti infatti lo rassicurano. «Qualcuno già sta tornando nella casa madre», si rassicura Berlusconi, alludendo a Renata Polverini, che ieri ha sponsorizzato con forza il patto del Nazareno e le scelte del leader «che ha dato tanto al Paese». «Ma l'ex governatore del Lazio non è mai stata dei nostri», precisa il senatore fittiano Maurizio Bianconi.



SCHEDA BIANCA

Comunque, Berlusconi con Alfano si sente più forte. E si dice certo di poter proporre un suo candidato al Colle, anche se sembra orientato a votare scheda bianca nelle prime tre votazioni, evitando di gettare in campo inutilmente Antonio Martino. L'altro nome che condivide con Azione popolare è l'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che ha dalla sua le salde radici nella grande famiglia del Ppe, l'esperienza istituzionale da presidente della Camera. Ma tutti stanno ben attenti in queste ore a non scoprire le carte per non bruciarle. Alfano infatti con quel suo «è inutile mettere veti a un candidato del Pd» ha fatto capire che la trattativa è apertissima, lasciando la porta aperta a un democratico bene accetto anche dai moderati. Come, per esempio, Walter Veltroni, che Berlusconi ha sempre considerato «un avversario leale», o come Anna Finocchiaro. «Bella donna, autorevole, anche se senza esperienza internazionale», sussurrano dalle parti di Arcore. E perchè no Paolo Gentiloni, molto ben visto da Fedele Confalonieri?



L'AGIBILITÀ POLITICA

Certo però che in queste ore la prima preoccupazione dell'ex Cavaliere è capire se Renzi è in grado di garantirgli la riabilitazione politica, ossia quell'agibilità senza la quale sa bene che Forza Italia non avrebbe futuro. La sua sondaggista di fiducia, Alessandra Ghisleri, gli ha infatti sciorinato una serie di dati che dimostrano come solo con il suo ritorno sulla scena politica il partito avrebbe sostanziose possibilità di decollare alle prossime elezioni. L'obiettivo, alla luce dell'Italicum, è infatti piazzarsi almeno al secondo posto tra i partiti scelti dagli italiani, in modo da poter andare al ballottaggio e giocarsela con il Pd di Renzi. Si spiegherebbe così l'adesione dell'ex Cavaliere al premio da attribuire alla lista, anziché alla coalizione, assicurano i forzisti in costante contatto con Arcore.



IL TRAGUARDO

Per raggiungere questo traguardo, dunque, Berlusconi deve tornare in pista. Per questo, aspetta con ansia la fine del suo servizio sociale, nonché il giudizio della Corte europea per i diritti dell'uomo che dovrebbe restituirgli dignità politica. Naturalmente, dopo le fatiche per il Colle, Berlusconi si concentrerà sul progetto Listone a cui lo obbliga l'Italicum. Riunire quel centrodestra che si sta ricompattando proprio nella battaglia del Quirinale.