Governo, il Colle vuole Letta o Amato
«Subito un governo politico»

Giuliano Amato
di Alberto Gentili
4 Minuti di Lettura
Domenica 21 Aprile 2013, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 18:43
Ora pi che mai, dopo il harakiri dei partiti e la processione al Quirinale per implorare a Giorgio Napolitano di concedere il bis, il governo che verr sarà il governo del presidente. Deciso dalla A alla Z dal capo dello Stato. Ma non per questo un esecutivo alla Monti, in cui Pd e Pdl rifiutarono di inserire propri esponenti per non sporcarsi faccia e mani.



Come aveva detto chiudendo le consultazioni a fine marzo, il presidente Giorgio Napolitano intende varare un «governo valido». Non «un governicchio». Ciò significa che chiederà a Pd, Pdl, Lega Nord e Scelta civica una «piena assunzione di responsabilità» per fare fronte all’emergenza nazionale.



Insomma, Napolitano chiederà ai partiti di inserire nella squadra uomini di peso. Per rendere chiaro al Paese, e alle cancellerie internazionali, che il nuovo esecutivo verrà sostenuto da una Grande coalizione. Da larghe, larghissime intese.



CARTA BIANCA E SAGGI

Nei colloqui con Pier Luigi Bersani, con Silvio Berlusconi, con Bobo Maroni e con Mario Monti, Napolitano non ha chiesto garanzie per il varo del governo. Dalla sua posizione di forza, dalla posizione di un uomo costretto a restare sul Quirinale controvoglia, ha semplicemente chiesto carta bianca: «Sul governo deciderò io, non accetterò condizioni». Concedendo solo un’anticipazione: la struttura programmatica del nuovo esecutivo ricalcherà il lavoro svolto dai dieci “saggi” da lui nominati il giorno di Pasquetta.



DUE NOMI

Per la figura del premier, al momento, c’è il nome di Giuliano Amato. Il capo dello Stato aveva suggerito che venisse indicato quale suo successore, il niet del Pd - dilaniato e balcanizzato - ha impedito questo epilogo. E ora Napolitano punta su Amato, amico stimato di lunga data, per far ripartire il Paese. Ma c’è chi non esclude l’ipotesi (più gradita a Pd e Pdl), di Enrico Letta premier con due vice: Angelino Alfano e Mario Mauro (Scelta civica). «Questa è una bischerata», dice però il vicesegretario dimissionario del Pd. E c’è chi parla di un’opzione Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno uscente.



Su Amato già piovono i veti della Lega. C’è il no di Maroni, quello di Bossi: «Mai a palazzo Chigi chi ha portato via i soldi alla gente». E anche il Pd non appare convinto. Ma, si diceva, sarà Napolitano a decidere. «Si farà esattamente il governo che vorrà lui», certifica Mario Monti. «E Napolitano, questa volta, non si farà fermare dai “no” dei partiti», dice rassegnato un alto dirigente del Pd, «ora ha in mano l’arma per spedire tutti alle elezioni anticipate».



Quelle che non vuole la Lega e fanno tremare le gambe a quel che resta del Pd. Matteo Renzi escluso.



LA SQUADRA

Poi il capo dello Stato sceglierà i ministri. Se lo riterrà giusto e utile, inserirà alcuni tecnici uscenti. Ad esempio Anna Maria Cancellieri, solo per fare due nomi. Forse promuoverà a ministro qualcuno dei dieci “saggi” (prossibile Giovannini, presidente dell’Istat) e potrebbe chiedere a Monti di andare all’Economia o agli Esteri: «Ma è improbabile», mette le mani avanti il premier uscente.



Il nodo più delicato (viste le vicende giudiziarie di Berlusconi) è comunque la Giustizia: in corsa Paola Severino (ministro uscente, apprezzata per il suo equilibrio), Luciano Violante, Valerio Onida e il montiano Gregorio Gitti.

C’è, poi, chi non esclude che Napolitano possa tentare uno schema “inclusivo” dei Cinquestelle. Non per omaggio a Beppe Grillo, che ieri ha parlato di golpe. Ma proprio per tagliare le unghie al comico genovese. I nomi potrebbero essere pescati tra i candidati votati dai Cinquestelle per il Quirinale: Stefano Rodotà (non a caso l’ex garante della privacy ha bacchettato Grillo per la sua «marcia su Roma»), Emma Bonino, Milena Gabanelli.



Più difficilmente Gustavo Zagrebelsky che si schierò con la Procura di Palermo, contro Napolitano. Ma lo schema “inclusivo” cozza contro le aspettative dell’unico leader politico che ha qualche titolo per dettare condizioni: Silvio Berlusconi.



Il Cavaliere, di fatto, ha vinto la partita per il Colle (Napolitano era stata a lungo la sua prima scelta) e, rispetto al Pd, ha meno timore di andare alle urne. Dunque, il leader Pdl è l’unico che potrà tentare di porre qualche condizione. La principale: «Un governo politico con ministri politici».



TEMPI STRETTI

Nessuno dubita che il capo dello Stato voglia fare presto. E tutti scommettono che già da martedì comincerà le consultazioni per concluderle entro giovedì. L’incarico ad Amato è previsto per venerdì. «So che Napolitano non perderà tempo e non farà melina», certifica Pier Ferdinando Casini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA