Governo, Napolitano dà l'incarico: Enrico Letta convocato al Quirinale

Governo, Napolitano dà l'incarico: Enrico Letta convocato al Quirinale
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Martedì 23 Aprile 2013, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 17:46

ROMA - Consultazioni lampo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la formazione del governo. Il capo dello Stato ha incontrato oggi le delegaioni dei partiti e mercoled affider l'incarico.

Amato in pole, calano quotazioni Renzi. Non è arrivato nessun endorsement dalla Direzione nazionale del Pd. E questo fa precipitare le quotazioni di Matteo Renzi al governo. Non va dunque in porto l'asse dei quarantenni per sponsorizzare la candidatura di Renzi a Palazzo Chigi. Ma a stoppare il rottamatore, facendo tirare più di un respiro di sollievo tra i veterani del partito, ci ha pensato soprattutto Silvio Berlusconi che invece non mette veti su Enrico Letta. In pole per l'incarico resta comunque Giuliano Amato.

Da parte del Pd c'è «la disponibilità e la volontà a concorrere alla nascita di un governo sulla scia delle dichiarazioni del presidente» Napolitano ieri alle Camere. Lo ha detto Enrico Letta dopo il colloquio con Napolitano. Per il Pd i punti essenziali sono due: «l'emergenza economico-sciale», con la necessità di «far cambiare linea a una Ue che finora non ha dato risposte sufficienti» e quello della riforma della politica, che oggi «non è sufficientemente credibile». In particolare Letta ha evidenziato come la necessità di «risposte che necessitano scelte in tempi certi» su una riforma costituzionale, con la «riduzione numero parlamentari», la creazione di un «Senato delle regioni», l'abolizione delle province e «una nuova legge elettorale». «Senza una riforma della politica - ha detto - non c'è via d'uscita dalla crisi».

Berlusconi: governo forte e duraturo. «Abbiamo confermato la nostra posizione manifestata tutte queste volte e cioè la necessità che ha il Paese, data la crisi in cui di trova, di un governo forte che possa prendere provvedimenti importanti che non sia di passaggio ma duraturo», ha affermato Silvio Berlusconi al termine del colloquio con Giorgio Napolitano. «Aspettiamo che il presidente decida a chi affidare l'incarico poi, a quel punto, cercheremo di dare il maggior sostegno possibile a chi sarà incaricato», ha aggiunto il Cavaliere.

Renzi. «È l'ipotesi più sorprendente e meno probabile, non credo sia sul tappeto», ha sottolineato Matteo Renzi, entrando alla direzione del Pd, sull'ipotesi che sia lui il candidato premier. Il sindaco di Firenze è arrivato alla Direzione del Pd accompagnato dai suoi fedelissimi. Tra gli altri il presidente dell'Anci Graziano Delrio e i deputati Luca Lotti, Simona Bonafè e Maria Elena Boschi. «Ho già detto che la mia candidatura è la più sorprendente e la meno probabile», ha poi ribadito Renzi al termine della direzione.

«Non c'è nessuna ipotesi di candidatura che venga avanzata da noi, c'è una disponibilità da parte del centrosinistra ad aderire all'appello di Napolitano», ha poi aggiunto il sindaco. «Non tiriamo in mezzo Napolitano» ha continuato. «Sulla candidatura - ha puntualizzato Renzi - ho già detto prima e ripeto adesso che non c'è nessuna ipotesi di candidatura che venga avanzata da noi. C'è una disponibilità da parte del centrosinistra ad aderire all'appello di Napolitano». «Non tiriamo in mezzo Napolitano - ha detto ancora Renzi - quanto alla mia candidatura ho detto che è la più sorprendente e la meno probabile».

M5S: valuteremo caso per caso. «Siamo noi l'unica opposizione in questo paese» ma «non saremo contrari per principio ai provvedimenti che il governo varerà: valuteremo caso per caso». Così i capigruppo del M5S Vito Crimi e Roberta Lombardi al termine delle consultazioni con il presidente Giorgio Napolitano.

Vendola: no al governissimo. Sel non voterà la fiducia a nessun governissimo, a nessun esecutivo «che veda la presenza del blocco berlusconiano al proprio interno». E questo vale anche se il premier fosse Renzi, ha ribadito intanto il leader di sel Nichi Vendola al termine del colloquio con Giorgio Napolitano.

Il no della Lega. «Un governo a guida Giuliano Amato o Mario Monti non avrebbe il via libera della Lega». Lo afferma Roberto Maroni, segretario della Lega Nord, al termine delle consultazioni con Giorgio Napolitano. «Impossibile per noi aderire a un governo se l'incarico sarà dato a Giuliano Amato o a chi rappresenta un governo tecnico come Mario Monti. Questi sono i due unici nomi che abbiamo fatto. Un governo con questi due nomi avrebbe il no pregiudiziale della Lega», ha puntualizzato Maroni. «Non abbiamo fatto né nomi, né cognomi. Non sta a noi dare indicazioni. Abbiamo fatto presente la necessità di procedere urgentemente. Mi auguro che governo si formi entro la fine di questa settimana», ha spiegato Maroni. Appoggio esterno? «Noi stiamo all'opposizione».

Scelta civica: governo stabile per le riforme. «Siamo per un governo stabile, con elementi di novità», che sia in grado di «fare quelle riforme chieste dal capo dello Stato». Lo ha detto Andrea Olivero, coordinatore nazionale di Scelta civica, al termine dell'incontro al Colle per le consultazioni.

Decisione lampo. La scelta del futuro premier da parte del presidente della Repubblica «si esprimerà nel giro davvero di pochissime ore», ha assicurato il presidente del gruppo parlamentare misto della Camera, Pino Pisicchio, esponente del Centro Democratico. Al termine del colloquio con il presidente Napolitano ha detto ai giornalisti di «tenersi pronti ad un percorso molto, molto serrato».


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