Bolivia, Papa Bergoglio combatterà il mal di montagna con il the di coca, come fece Wojtyla

Bolivia, Papa Bergoglio combatterà il mal di montagna con il the di coca, come fece Wojtyla
di Franca Giansoldati
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Martedì 30 Giugno 2015, 18:14 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 16:08
Città del Vaticano Per secoli e secoli le popolazioni andine hanno masticato foglie di coca per combattere il freddo, la fame e il mal di montagna. Una tradizione millenaria, radicata fortemente in Bolivia, soprattutto tra i ceti meno abbienti. Anche a Papa Francesco verrà offerto il the fatto con alcune foglie di coca per combattere i fastidiosissimi sintomi dell’altitudine. La stessa cosa la fece Giovanni Paolo II nel 1988, quando andò a La Paz, capitale boliviana a 4 mila metri d’altitudine. Il ‘soroche’, il male di montagna, produce sonnolenza, stanchezza emicrania fortissima. E’ per questo che le popolazioni della Bolivia masticano alcune foglie (chiamate mascado o acullcu) o bevono un mate utile a combattere gli effetti dell’aria rarefatta. Nulla, ovviamente, di pericoloso o di fuorilegge. Nel Tibet del Sud America, per via degli elevati altipiani, la pianta di coca è utile a sopravvivere e masticarla è assai comune, oltre che legale. La notizia che Bergoglio farà uso di foglie di coca ha subito fatto il giro del mondo. Padre Lombardi, il portavoce, a domanda precisa ha allargato le braccia: «Ho letto anch'io, e il Papa farà quello che ritiene opportuno, naturalmente mi risulta che ci siano usi popolari per reagire al mal di montagna, mate, coca; cosa farà il Papa lo vedremo». Nei giorni scorsi un dirigente boliviano aveva riferito dell'intenzione del Papa di bere in Bolivia la bevanda a base di foglie di coca usata per combattere i disagi da eccessiva altitudine.



«Potete anche voi farlo, se desiderate - ha proseguito padre Lombardi durante il briefing di presentazione del prossimo viaggio di papa Francesco in America Latina - se c'è una tisana specifica per l'altitudine, non mi stupirei, visto che il Papa è contento di partecipare a queste forme di condivisione».



Masticare delle foglie di coca per qualche minuto addormenta le labbra e la gola. Se la si deglutisce, invece, il risultato è di un forte mal di stomaco. Se si beve il the di coca o si masticano foglie si risulta positivi al test della coca per un mese. Cosa che a volte succede ai piloti che atterrano a La Paz e non conoscono questo effetto collaterale. Nel caso Papa Bergoglio anche risulterà positivo ai test.



Le piantagioni di coca sono oggetto di una querelle internazionale. Da tempo, infatti, le piantagioni boliviane hanno ormai da tempo superato le dimensioni sufficienti per un tipo di consumo officinale, raggiungendo estensioni e livelli che rendono difficile parlare di una semplice tradizione da preservare. Nel 1961 la Convenzione sugli Stupefacenti delle Nazioni Unite aveva stabilito il divieto della coltivazione e del consumo di foglie di coca, dando ai paesi produttori venticinque anni di tempo per sbarazzarsi della pratica. Ma dopo quasi cinquant’anni – forte di una tradizione millenaria – la coltivazione di coca è tuttora legale in alcune parti di Bolivia e Perù, mentre il consumo di foglie di coca è legale in Bolivia, Perù, Argentina e alcune parti della Colombia.

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