Vatileaks 2, le impronte del corvo sulle lettere al Papa

Vatileaks 2, le impronte del corvo sulle lettere al Papa
di Valentina Errante
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 12:44

Si autosospende Mario Benotti, il giornalista direttore generale di Rai World (in aspettativa) coinvolto nell’inchiesta di Terni e in quella vaticana sui furti di documenti che portano a un torbido giro di ricatti. Sono due note a comunicare, nel tardo pomeriggio, che non sarà più a fianco del sindaco di Firenze Dario Nardella né del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi. Intanto le indagini vanno avanti. Ed emergono nuovi, inquietanti dettagli sugli accertamenti della Santa Sede in merito agli ultimi fatti che si sono consumati all’interno delle mura leonine: sulla busta anonima recapitata al Papa, con una parte dei documenti rubati nel marzo 2014 dalla prefettura vaticana, sono state rilevate le impronte di monsignor Vallejo Balda, il religioso arrestato la scorsa settimana insieme alla pr Immacolata Francesca Chaouqui.

LE IMPRONTE

E' la notte tra il 29 e il 30 marzo 2014 quando la cassaforte e gli armadi della prefettura vaticana vengono aperti con la fiamma ossidrica. La notizia, rivelata solo pochi giorni fa dal libro di Gianluigi Nuzzi, non viene diffusa. Spariscono molti documenti, ci sono anche lettere private a e fotografie. Alcune settimane dopo in una busta anonima, indirizzata a Papa Francesco, vengono restituiti solo i documenti che riguardano Michele Sindona.

INTIMIDAZIONI

Un chiaro gesto intimidatorio sul quale le indagini della gendarmeria vaticana partono immediatamente.

Si comincia dalla busta e dalle impronte digitali. Quelle tracce dattiloscopiche sono state attribuite soltanto recentemente a monsignor Balda. Una circostanza che dimostra come il religioso, finito agli arresti insieme alla giovane lobbista poi rimessa in libertà, facesse parte di una delle frange che da oltre un anno porta avanti una guerra interna al Vaticano con manovre ricattatorie e un piano ordito ai danni di Francesco. Sul fronte della giustizia italiana, invece, sarà il procuratore Giuseppe Pignatone a stabilire come procedere con l'inchiesta di Terni che nelle prossime settimane sarà trasmessa a Roma.

INTERCETTAZIONI Al centro delle indagini, avviate circa due anni fa sulla base delle conversazioni intercettate per far luce sui motivi del default della diocesi, è finito il giro di ricatti ai danni di politici, imprenditori e religiosi. Protagonisti della vicenda, Immacolata Francesca Chaouqui, il marito, Domenico Lanino, ingegnere informatico, e il giornalista Mario Benotti, indagati in concorso. Dalle conversazioni emergerebbe come i documenti sottratti sarebbero serviti a chiedere favori e ottenere incarichi strategici.

AUTOSOSPENSIONE Benotti, consulente del sindaco Nardella, avrebbe dovuto incontrare il Santo Padre a Firenze, giovedì prossimo. E invece il consigliere per i Rapporti con le confessioni e per il dialogo interreligioso «ha fatto sapere al sindaco di volersi sospendere dall’incarico per poter spiegare al meglio i fatti a lui contestati nell’ambito dell’indagine sui documenti del Vaticano», è scritto un una nota del comune. «Un gesto – si legge ancora - che il sindaco ha apprezzato nella certezza che lo stesso Benotti saprà far piena luce sulla vicenda».

Il giornalista ha fatto la medesima scelta anche rispetto all’incarico ricoperto a Palazzo Chigi. Pure in questo caso è una nota, questa volta dello stesso giornalista, fino a ieri capo della segreteria del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, a renderlo noto: «Per il rispetto verso l'istituzione che rappresento e per far sì che io possa tutelarmi nelle sedi più opportune ho ritenuto corretto autosospendermi dall'incarico».

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